I lavoratori Reset proclamano lo stato di agitazione e annunciano un presidio di protesta. L’organizzazione sindacale USB ha indetto per venerdì 12 luglio la manifestazione di protesta dei lavoratori Reset in Piazza Marina che avviene a pochi giorni dal Festino di Santa Rosalia, importante evento cittadino.
Motivazioni della protesta
I lavoratori Reset hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione per protestare contro le numerose problematiche che affliggono il loro lavoro: incertezza su redditi e previdenza, demansionamenti, orari ridotti, scarsa organizzazione e turnover. L’USB aveva già chiesto un incontro con il Sindaco Lagalla, ma non ha ricevuto risposta fa sapere il sindacato.
Importanza dei lavoratori Reset e dettagli della manifestazione
“I lavoratori Reset sono una risorsa fondamentale e necessaria nell’attività di manutenzione e gestione di una città strutturalmente fragile e ricca di problematicità. Eppure, il valore del loro lavoro non è né politicamente riconosciuto né tantomeno valorizzato attraverso trattamenti lavorativi degno di questo nome. Per queste ragioni i lavoratori hanno deciso di manifestare le loro ragioni, la loro rabbia, le istanze e le proposte a Piazza Marina, venerdì 12 luglio, alle 14.30”.
Dimenticati dalla Regione, la rivolta dei precari dei Beni Culturali
Protestano i precari Asu dei Beni Culturali siciliani accusando il presidente della regione Schifani: “Si è dimenticato di noi”. Per questo i lavoratori hanno organizzato una giornata di mobilitazione dopo le richieste d’incontro presentate alla Presidenza della Regione Siciliana nei giorni scorsi per chiedere l’attuazione della legge prevista per la stabilizzazione. La protesta, che arriva dopo mesi di infruttuosi tentativi di dialogo con le istituzioni regionali, è destinata a vivere altre tappe di maggiore impatto in caso di risposte negative. A comunicarlo sono FP CGIL – UGL – ALE UGL – CONFINTESA – COBAS CODIR.
La richiesta di applicazione della legge regionale
I sindacati, dicono in una nota, hanno ripetutamente sollecitato l’applicazione della legge regionale 1/2024, che garantisce la contrattualizzazione del personale ASU direttamente utilizzato dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Nonostante gli incontri iniziali con l’Assessore Regionale dei BB.CC. e dell’I.S. e il Dipartimento Regionale della Funzione Pubblica, la situazione è rimasta in stallo. “Non possiamo non sottolineare l’ennesimo paradosso della Regione Siciliana per la condizione di questi lavoratori, la cui posizione rimane precaria – sottolineano le sigle sindacali – a fronte del quale, il loro lavoro ha contribuito significativamente all’incremento del turismo nell’isola, con numeri da record. Questi lavoratori svolgono un ruolo cruciale nella gestione e nella valorizzazione del patrimonio culturale siciliano, ma si trovano ancora, dopo 26 anni, in una situazione di instabilità professionale”.
Le richieste dei sindacati e le possibili azioni future
I sindacati avevano già richiesto una convocazione urgente, rimasta inascoltata, per discutere e risolvere le problematiche riguardanti la stabilizzazione del personale ASU, sottolineando la necessità di evitare ulteriori rimpalli tra gli assessorati e di garantire un percorso di stabilizzazione efficace e tempestivo. La protesta mira a ottenere finalmente un incontro con il Presidente della Regione. I lavoratori A.S.U. avvertono che, se l’esito dell’incontro non sarà soddisfacente, procederanno con azioni più incisive, tra cui uno sciopero e il blocco permanente di tutte le attività nei siti culturali.
Le contraddizioni della situazione attuale
La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di contraddizioni. “Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha più volte proclamato la fine del precariato in Sicilia. Tuttavia, queste dichiarazioni sembrano dimenticare proprio i precari A.S.U. dei Beni Culturali, gli unici gestiti direttamente dalla Regione. Questa apparente discrepanza tra le dichiarazioni e la realtà sul campo, ha ulteriormente esacerbato la frustrazione dei lavoratori L’amministrazione Schifani si trova ora a dover dimostrare coerenza tra le dichiarazioni di fine del precariato e le azioni concrete. La risoluzione di questa vertenza – concludono le organizzazioni sindacali – non solo influenzerà il futuro professionale di questi lavoratori, ma avrà anche un impatto significativo sulla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale siciliano”.
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