Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, a chiusura dei lavori parlamentari di questo pomeriggio e rinviandoli al 28 marzo, ha invitato il governo Crocetta a predisporre il disegno di legge per un ulteriore proroga di un mese dell’esercizio provvisorio, quando mancano ancora 16 giorni alla scadenza dei termini per l’approvazione della manovra finanziaria, che è all’esame della commissione Bilancio.
Si tratterebbe della terza proroga, se così fosse la manovra slitterebbe a fine aprile.
Motivando il suo invito al governo a predisporre il ddl per la proroga del provvisorio, Ardizzone ha detto: “Nelle emergenze e nella fretta si fanno i peggiori affari. Fin dal mio insediamento avevo detto che non avrei fatto approvare finanziarie-omnibus. Non permetterò che il governo presenti 200 emendamenti che contengono tutto e il contrario di tutto da approvare la notte del 30 marzo”.
“Se avessimo dato retta al governo regionale avremmo approvato la ‘finanziaria secca’ il 30 dicembre – ha aggiunto – e ci saremmo accorti troppo tardi che mancavano alcune cose, come i soldi per i disabili. Dobbiamo fare tutto con calma, avere il tempo per esaminare ogni articolo e ogni emendamento”.
Nel corso del suo intervento il presidente Ardizzone ha parlato anche della sua audizione di ieri davanti alla Commissione nazionale Antimafia.
“Questo Parlamento – ha detto – deve essere messo nelle condizioni di decidere senza alcun condizionamento: se non si dovesse votare la ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia non significherebbe che esiste il presunto ‘patto criminale’ del quale ha parlato l’amministratore della società”.
Il presidente dell’Ars ha spiegato di avere chiesto di essere audito dall’Antimafia dopo le dichiarazioni dell’amministratore di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, alla trasmissione di Rai Uno, L’Arena del 19 febbraio 2017: “Ho ritenuto di depositare un promemoria alla commissione e mi sono trovato costretto a contestare le false informazioni fornite”.
Ardizzone ha poi detto in aula che Fiumefreddo nel corso della trasmissione L’Arena aveva parlato di “52 miliardi di
tasse non riscosse, 30 ormai persi mentre gli altri 22 si possono recuperare ma dipende dalla finanziaria che approverà l’Ars”.
Ardizzone ha inoltre ricordato che l’amministratore di Riscossione Sicilia aveva parlato di un “patto criminale tra questo corpo legislativo e chissà chi altro”. Poi ha ribadito in aula la decisione di sporgere querela per “diffamazione ad una istituzione”.