- Via libera dell’Ars per lo stanziamento di 15 milioni di euro per il cofinanziamento di fondi europei
- Armao “Finanziamento approvato era un passaggio già previsto dal governo”
- Lupo, Pd, “Norma approvata grazie a responsabilità delle opposizioni ma fondi insufficienti”
L’Assemblea regionale siciliana tra le ultime norme approvate prima di andare in ferie ha dato l’ok a quella presentata dal governo che stanzia 15 milioni di euro per il cofinanziamento dei fondi legati ai progetti comunitari.
L’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao sottolinea come “Il finanziamento approvato oggi era un passaggio già previsto nei programmi del governo”.
Ed ha continuato: “Quando è stata approvata la legge di bilancio alcune risorse non erano disponibili, possiamo utilizzarle adesso alla luce del confronto avviato con lo Stato. Con molta probabilità ad ottobre stanzieremo nuovi fondi per la stessa finalità”.
L’Ars ha concluso la sessione estiva
L’Ars ha terminato così la sessione estiva. L’attività parlamentare riprenderà all’inizio di settembre ma la data non è ancora stata fissata.
Lupo “Norma approvata grazie a responsabilità opposizioni”
“Grazie al senso di responsabilità delle opposizioni è stata approvata una norma che ‘sblocca’ i fondi europei per il 2021 stanziando 15 milioni di euro”. Lo dice il capogruppo Partito Democratico all’Ars Giuseppe Lupo in merito alla norma approvata nel corso della seduta dell’Ars.
“Ma cifra prevista da governo è insufficiente, servono altri 10 milioni”
Il deputato del Pd, però, critica l’entità della somma stanziata. “Una cifra – osserva Lupo – quella prevista dal governo Musumeci, comunque insufficiente: per questo chiediamo sia incrementata di almeno altri 10 milioni per poter cofinanziare la totalità dei progetti comunitari, sbloccando investimenti a sostegno delle imprese ed evitando il disimpegno di fondi europei”.
“Anche oggi la maggioranza ha dato pessima prova di sé”
“Resta un dato politico – aggiunge Lupo – anche oggi la maggioranza ha dato pessima prova di sé considerato che solo 20 dei deputai che sostengono il governo Musumeci hanno votato a favore della legge, che è stata approvata grazie alla decisione delle opposizioni di astenersi garantendo, dunque, il numero legale”.
Armao smentisce allarmi
“Chi parla di ‘allarme sociale’, sbaglia di molto. Sebbene qualcuno tifasse per la mancata parifica, il bilancio è stato parificato ed Il disavanzo è di 170 milioni, ampiamente recuperabili”. Il vicepresidente della Regione ed assessore all’Economia Gaetano Armao nelle ore scorse ha smentito gli allarmi degli ultimi giorni sui quasi due miliardi di buco alla Regione, dei quali 417 milioni figli di un ricorso in appello alla parifica di bilancio 2019 e dunque legati alla decisione che prenderà la Corte dei Conti e 1 miliardo e mezzo di tagli previsti nel triennio 2021-2023.
Dopo lo stop alle variazioni di bilanci in I Commissione, era partito il tam tam social e gli allarmi a raffica. Da una parte su possibili tagli alle pensioni e ai trasferimenti agli Enti Locali, dall’altra parte per il blocco del cofinanziameno delle opere che si stanno realizzando coi Fondi Europei. Allarmi lanciati dalle opposizioni, in particolare dal Pd, ma anche dagli industriali dal mondo produttivo.
Ma c’è un miliardo ‘ballerino’ su cui si tratta con Roma
Ieri sera il vicepresidente ha preso la parola in aula ed ha utilizzato la seduta di Sala d’Ercole per una precisazione pubblica che però non ha smentito le cifre ma solo diversificato il concetto di buco: “Non c’è nessun ‘buco di cassa’. C’è un tavolo aperto con il governo nazionale per discutere del miliardo di euro che in realtà, al momento, nessun accordo ci impone ancora di versare a Roma. In giunta definiremo la maggior parte dei residui, e potremo sbloccare la spesa”.
Dunque i soldi nei conti della Regione ci sono ma restano bloccati per il contenzioso su un miliardo di residui rispetto al quale manca ancora l’accordo con Roma anche se è in corso la trattativa
Fra buchi reali e buchi possibili
Riepilogando c’è un buco ‘reale’ di 170 milioni’ che vanno trovati e poi un contenzioso su poco più di un miliardo di residui al centro di una trattativa con Roma ma che la stampa chiama impropriamente ‘buco’.
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