No a posizioni strumentali. Non è vero che la Regione non paga i suoi debiti e non rispetta gli impegni presi. Arriva le pomeriggio la replica dell’assessore Marco Falcone agli attacchi del sindacato Uil e dei comuni dell’isola riuniti nell’Anci Sicilia.
“Vorremmo rassicurare l’autorevole sindacato Uil circa il ventilato a pagamento dei residui della Regione. Così come da impegno assunto qualche giorno fa, il Dipartimento Bilancio completerà il riaccertamento entro fine maggio, già domani sarà ultimato quello dei residui ante 2022 per poi passare agli extraregionali. Daremo così il via alle liquidazioni di tutte le spettanze rimanenti per imprese e fornitori, non solo nel campo della Formazione. Del resto, lo si sta già facendo con il pagamento dei residui regionali per il 2022, già in pieno svolgimento come sanno bene sia gli enti che le parti sociali” dice senza mezzi termini l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, intervenendo sulle dichiarazioni di Uil e Anci Sicilia riguardo le procedure di riaccertamento dei residui della Regione attuate dal Dipartimento Bilancio.
“Al presidente e al segretario Anci – prosegue Falcone – chiederei invece più proposte e contributi concreti per la vita dei Comuni, meno posizioni strumentali. Vorremmo ricordare ad Amenta e Alvano che il Governo Schifani ha stabilito di anticipare ai Comuni ben tre trimestralità entro la fine di maggio, così da assicurare una buona liquidità agli enti locali. Anche tali fondi andranno così a incrementare i flussi di spesa erogati quest’anno dalla Regione Siciliana che, rispetto al 2022, hanno già registrato un aumento di ben 400 milioni di euro, portando le somme complessive erogate a sfiorare i quattro miliardi di euro fra gennaio e aprile” aggiunge, invece l’assessore all’Economia replicando anche all’Anci Sicilia.
Era stato il sindacato Uil a dare l’allarme circa i mancati pagamenti “Il governo Schifani ci aveva assicurato che tutte le spese affrontate dal 2022, e sino ad oggi, sarebbero state saldate a partire da questo mese. Ci accorgiamo, invece, che l’annuncio dato alla stampa dall’assessore al Bilancio, Falcone, non corrisponde al vero e che forse se ne parlerà fra circa tre mesi. Almeno per quanto riguarda i fondi extraregionali distribuiti in numerosi capitoli di spesa che riguardano enti di formazione, imprese e politiche attive del lavoro”.
“E’ quindi una Regione che non onora i propri impegni e che accresce la sua inaffidabilità” affermano Giuseppe Raimondi della Uil Sicilia e Ninni Panzica della Uil Scuola che spiegano: “I lavoratori della Formazione professionale, impegnati nei corsi già dallo scorso ottobre, continueranno a non essere pagati. Nove mesi senza soldi e con spese da affrontare ogni giorno”.
E i segretari continuano: “Alcuni di questi capitoli di spesa, ricordiamo, si avvalgono dei fondi extra regionali (Fse e Pnrr). Riguardano corsi destinati ai minori (IeFP), alle imprese che hanno l’obbligo di assumere il 25% dei formati nonché agli interventi di qualificazione e riqualificazione destinati ai beneficiari del Progetto Gol, vera riforma delle Politiche Attive”.
“Sino ad oggi però la Regione non ha dato risposte ai siciliani e ai lavoratori. Anzi, deve ancora iniziare l’accertamento dei residui di bilancio dei fondi extraregionali. Se, però, si impiega tutto questo tempo per una operazione di verifica ordinaria, quanto tempo impiegherà per spendere e rendicontare entro il 2023 tutte le risorse assegnate alla Sicilia che ammontano a 100 miliardi circa? Chiediamo misure straordinarie e risposte concrete subito. Questo sindacato è pronto alla mobilitazione, non possiamo più perdere tempo. Diciamo “basta” all’immobilismo degli assessori alla Formazione e al Bilancio”.
Per parte sua l’ANCI Sicilia aveva rincarato la dose chiedendo all’assessore regionale all’Economia che si provveda in tempi brevi al riaccertamento di tali somme per consentire ai comuni di pagare le imprese che stanno realizzando opere pubbliche con fondi nazionali e comunitari.
In una nota l’Associazione dei comuni siciliani precisava che “l’Assessorato dell’Economia ha completato il riaccertamento dei residui passivi relativi al 2022, re-imputando al bilancio 2023 della Regione Siciliana una somma di quasi 500 milioni di euro (spese a valere interamente su risorse regionali). Dal momento che una parte importante dei trasferimenti destinati agli enti locali sono di natura extra-regionale, le tante imprese del territorio siciliano che stanno realizzando opere pubbliche per lavori affidati dagli enti a valere sulle risorse nazionali e comunitarie, corrono il serio rischio di vedere liquidate in forte ritardo le risorse loro spettanti”.
“Bisogna evitare – spiegavano Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia- che questa situazione generi ulteriori danni al sistema delle imprese e, di conseguenza, anche agli enti locali che, in qualità di stazioni appaltanti per molte di queste opere, sono esposti ad azioni legali”.
“Per questi motivi – concludeva Amenta – si chiede di procedere nel più breve tempo possibile, al riaccertamento dei residui di spesa extra-regionali”.
Adesso la risposta a tutti di Falcone anche se la migliore risposta restano, comunque, i mandati esecutivi di pagamento.