Cinquanta milioni di euro a favore degli agricoltori siciliani per il ripristino degli agrumeti danneggiati dal virus della Tristeza, lo sviluppo di imprese extra-agricole e l’innovazione in agricoltura. Li stanzia la Regione Siciliana che, tramite l’assessorato dell’Agricoltura, nell’ambito dell’attuazione del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, ha pubblicato le 3 graduatorie provvisorie.
In particolare, 20 milioni di euro sono destinati al finanziamento di 110 progetti per incentivare le attività extra agricole (valorizzazione e commercializzazione di prodotti artigianali; bed and breakfast; ristrutturazione, recupero e riqualificazione di beni immobili), oltre a favorire sia la creazione e la crescita di piccole imprese e nuovi posti di lavoro che l’erogazione di servizi finalizzati al miglioramento della qualità della vita nei territori rurali.
“Una consistente boccata d’ossigeno – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – per i nostri agricoltori, oltre che un ulteriore significativo passo in avanti sul fronte della spesa comunitaria del Psr. Vengono finanziati progetti che, da un lato, possono contribuire allo sviluppo delle aziende agricole dell’Isola, dall’altro ad attutire i danni causati dalle fitopatie”.
Poi altri 25 milioni di euro serviranno per finanziare 50 progetti che prevedono forme di cooperazione tra molteplici operatori delle filiere, definiti Gruppi operativi (Go), provenienti da svariati ambiti (agricolo, forestale, agroalimentare, della microelettronica e del settore delle energie rinnovabili) per realizzare innovazioni di prodotto o tecnologiche sul prodotto.
Infine, quasi 5 milioni di euro, sono destinati al risarcimento degli agricoltori che hanno visto gli agrumeti danneggiati dal virus della “Tristeza degli agrumi”, i frutteti affetti dal “Colpo di fuoco batterico” e dal virus “Sharka”. “Si tratta di misure estremamente attese dal comparto agricolo siciliano – dice l’assessore per l’Agricoltura, Edy bandiera – poiché rivestono carattere d’urgenza, nel caso delle fitopatie che stanno danneggiando sempre più le produzioni, con le conseguenti ricadute negative in termini economici. Ma anche strategico nel caso dell’innovazione e dello sviluppo di tutta una serie di attività collaterali a quelle agricole, per le potenzialità di sviluppo delle aree interne, dell’occupazione e dell’imprenditoria”.
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