Di elezioni anticipate non si parla più. Lo spauracchio agitato tante volte negli ultimi due anni comincia a non fare più paura a nessuno. Da qui alla fine del mandato di Crocetta, infatti, mancano ormai meno di due anni, 21 mesi per l’esattezza.
Ventuno mesi sono anche un tempo congruo per preparare una campagna elettorale difficile a partire dalla scelta del candidato. Forse anche per questo nessuno spinge più per far ‘saltare il banco’ nonostante ci siano ancora tutte le condizioni per mandare il governo Crocetta gambe all’aria visto che di soldi da Roma ancora non ne sono arrivati, il bilancio di previsione non si può chiudere e l’esercizio provvisorio è chiaramente a rischio per precisa scelta ed ammissione dello stesso assessore Baccei.
Nessuno, però, è pronto per andare al voto a iniziare proprio dal candidato. Se a sinistra c’è una abbondanza di nomi che circolano senza che nessuno prevalga su altri, a destra c’è da ricostruire un poco tutto. Ecco perchè è proprio a destra che sono già iniziate le danze con l’agguerrito commissario di Forza Italia Gianfranco Micciché alla ricerca di visibilità per tornare a creare un fulcro di aggregazione.
Il primo nome sacrificato sull’altare della ricostruzione è perfino scontato. Si tratta di Nello Musumeci, già candidato sconfitto da Crocetta e rimesso artificiosamente sulla bocca di qualche giornalista.
Ma da politico esperto Musumeci non ci è cascato. “Prendo atto che da parte del coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè non ci sarebbe alcuna preclusione ad una eventuale mia candidatura alla presidenza della Regione – dice Musumeci -, ho però il dovere di precisare che nel corso del nostro unico incontro a Palermo si è parlato della situazione politica siciliana, senza che io abbia posto alcuna autocandidatura. Il tema, insomma, non è per ora all’ordine del giorno. Per me e per i miei amici del movimento #Diventera’bellissima l’impegno prioritario rimane quello di lavorare per restituire fiducia ai tanti siciliani che nel passato si sono sentiti traditi sia dal centrodestra che dal centrosinistra”.
Il Centrodestra è ancora tutto da ricostruire e per farlo occorre aggregare. Musumeci in questo progetto non è certamente un aggregatore ottimale, al contrario è un uomo con una storia e come chiunque abbia una storia ma non sia in condizione di potere, vive di simpatie e antipatie pregresse.
Non è un mistero che Micciché, alla fine del percorso, gradirebbe un candidato giovane e fresco come Salvo Pogliese, attualmente eurodeputato. Ma bisogna fare i conti con i movimenti che circuitano intorno al gruppo, con i lavori in corso per riportare Alleanza Popolare (dunque Udc e Ncd) nell’alveo della destra moderata con la possibilità che vogliano esprimere posizioni di primo piano. Ci sono, poi, da ascoltare i deputati; i nuovi amici ex Pd come Genovese. Poi bisogna fare i conti anche con le mire dei gruppi territoriali e con le esigenze di non scontentare troppo nessuno.
Insomma i conti non si possono fare oggi. Bisogna guardare all’ara ex An e contare i voti a Messina, a Catania, a Trapani che sono le roccaforti da espugnare essendo troppi i voti fuggiti o che rischiano di fuggire.
Gli assetti sono tutt’altro che definiti anche perchè scalpitano anche un paio di deputati regionali e perfino qualche nazionale ed ex Ministro. Dalla scelta potrebbero dipendere le alleanze. Dunque pochi nomi e soprattutto poco credibili in attesa i aver stretto le alleanze.
Il tempo c’è ma da sinistra sembrato essere in procinto di ‘mangiare la foglia’ e dunque potrebbero affrettare proprio i tempi anche senza l’accordo con il Presidente della regione che non se ne vuole andare. E in questo caso farebbero saltare i piani di riorganizzazione a destra impedendo a Forza Italia e soci di testare la propria ricostruzione magari sul rinnovo del Comune di Palermo per arrivare pronti alle regionali. Una inversione di elezioni potrebbe far saltare davvero stavolta il banco.
Lavori in corso, dunque, a destra e a sinistra con schermaglie che so stano sul fronte più politici e pre elettorale
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