Stop a tutti i contenziosi e addio al disavanzo della Regione siciliana che tanti problemi ai bilanci della Sicilia ha causato nell’ultimo decennio e oltre. un disavanzo chiamato più volte buco o debito anche se tecnicamente non si tratta di debiti veri e proprio ma solo di disallineamento contabile.
Bando a contenziosi e definizioni creative arriva il via libera dal governo Schifani al Piano di rientro dal disavanzo regionale al 31 dicembre 2022. Una operazione che punta a cancellare il disavanzo e, al tempo stesso, ogni contenzioso con la Corte dei Conti sui bilanci degli ultimi anni.
Il documento, approvato nel corso dell’ultima seduta della giunta, certifica il pieno recupero del disavanzo emerso nel rendiconto del 2018 grazie a un miglioramento dei conti pari a 2,1 miliardi di euro. Un risultato che va ben oltre gli obblighi contenuti nell’Accordo firmato dalla Regione con lo Stato nello scorso ottobre. Il Piano dovrà ora essere sottoposto all’esame del Collegio dei revisori dei conti della Regione e successivamente inviato anche alle Sezioni riunite della Corte dei conti. Proprio il passaggio davanti alla Corte dei Conti potrebbe porre la parola fine a contenziosi e mancate o sospese parifiche.
A esprimere soddisfazione per il lavoro svolto e gli ottimi risultati ottenuti nella politica di risanamento dei conti regionali, il presidente Renato Schifani. “I provvedimenti adottati oggi dalla giunta – evidenzia il governatore – dimostrano la solidità della legge di Bilancio triennale 2024/2026 predisposta dal mio governo, mettendo in chiaro con dovizia di numeri il recupero finanziario conseguito dalla Regione al 31 dicembre del 2022. Un risultato che ritengo verrà confermato e rafforzato grazie alle attività poste in essere nel 2023 e che saranno oggetto di verifica con il rendiconto 2023 in corso di predisposizione”.
Appena ieri la Regione aveva ottenuto un pronunciamento favorevole considerato storico ad un ricorso presentato davanti alla Corte dei Conti avverso la sospensione del giudizio sul rendiconto generale ma in quel caso del 2021