Un super risarcimento milonario per i dipendenti regionali, i cui stipendi sono bloccati da 10 anni. Il Cobas/Codir ha predisposto, attraverso uno studio legale, un ricorso riservato a tutti i propri iscritti per richiedere “il giusto indennizzo (sulla base dell’articolo 1173 del codice civile) nonché un vero e proprio risarcimento per inadempimento dell’obbligo di rinnovo contrattuale relativamente al periodo successivo alla pubblicazione della sentenza della Consulta, che ha dichiarato l’illegittimità del blocco”.
Per effetto della sospensione dei rinnovi contrattuali, infatti, le retribuzioni pro-capite nel pubblico impiego hanno subito una forte contrazione: secondo la Corte dei Conti, un dipendente ministeriale ha perso, in termini di mancato aumento salariale, circa 2.700 euro lordi all’anno.
Con la sentenza n. 178 del 24 giugno 2015 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità sopravvenuta del regime di blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, con decorrenza dal giorno successivo alla pubblicazione. Per effetto di questa sentenza, tutti i pubblici dipendenti hanno acquisito il diritto a ricevere l’aumento stipendiale maturato in base agli indici Istat.
“Il presupposto dell’azione legale nasce – spiega il Cobas/Codir – anche per chiedere il risarcimento danni per i pregressi mancati rinnovi contrattuali come già sancito dalle pronunce di due tribunali (Reggio Emilia e Parma) che hanno già condannato la pubblica amministrazione chiamata in causa da alcuni lavoratori (che in questo caso era il ministero della Giustizia) a seguito di analoghi ricorsi presentati da gruppi di dipendenti per i mancati rinnovi degli ultimi dieci anni”.
A breve il sindacato comunicherà le modalità di raccolta delle adesioni al ricorso che riguarda tutte le categorie di lavoratori della regione, degli enti e società che applicano il contratto dei regionali.
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