“La Regione siciliana si appresta, nell’ambito della prossima programmazione comunitaria con i fondi PO FESR 2021-2027 – come riportava ieri il quotidiano “La Sicilia”, in un articolo di Giuseppe Bianca – a utilizzare una porzione di risorse per finanziare nuove assunzioni”. Lo dicono Dario Matranga e Marcello Minio, segretari generali del Cobas Codir, organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa dei dipendenti regionali e che intervengono sulla questione.
Valorizzazione, riqualificazione e riclassificazione del personale già in servizio
“Rivendichiamo, come Cobas/Codir, che si parta innanzitutto dalla valorizzazione, riqualificazione e riclassificazione, in un nuovo sistema classificatorio, di tutto il personale già in servizio per potenziare la capacità amministrativa della Regione. Necessita, infatti, un’immediata riclassificazione del personale e l’immediata successiva apertura dei concorsi pubblici per tutte le postazioni disponibili”.
Nuove assunzioni
Continuano i segretari del Cobas/Codir: “Oltre che per l’”assistenza tecnica” svolta da società di servizi (utilizzata, di fatto, come ruota di scorta della Regione per tappare le falle della carenza numerica di personale) sembrerebbe che saranno disponibili anche le risorse per nuove assunzioni. A fronte di un programma che dovrebbe arrivare a 6 miliardi di euro, potrebbero essere disponibili quasi 300 milioni di euro: chiediamo, quindi, al presidente Renato Schifani, all’assessore dell’Economia Marco Falcone (che ha la delega sul Dipartimento competente alla Programmazione) e all’assessore della Funzione pubblica Andrea Messina, ma anche al governo regionale nella sua interezza, di inserire – non solo nell’ambito delle previsioni dei rinnovi dei CC.CC.RR.LL (comunque insufficienti), ma anche nell’ambito del Programma da attuare con i fondi UE – la previsione di risorse per la valorizzazione del personale interno che avrebbero un grande effetto moltiplicatore sulle prestazioni del personale già in servizio: risorse umane che, pur essendo in possesso dei titoli e della professionalità necessaria e pur svolgendo mansioni superiori da più di 30 anni anche di livello dirigenziale, non sono però inquadrate nelle posizioni giuridiche ed economiche corrispondenti e necessarie alla stessa Amministrazione e ai cittadini siciliani per il buon andamento dell’Amministrazione”.
Rischio dimezzamento del personale regionale già sotto organico
I sindacalisti avvertono: “Altrimenti, nel giro di un paio di anni, verrà ulteriormente dimezzata la dotazione del personale regionale già fortemente sotto organico: 10mila lavoratori che sono attualmente impiegati in circa 400 uffici e servizi presenti in tutta la Sicilia”.
Si avviino percorsi di crescita professionale
Concludono Minio e Matranga: “Rivendichiamo con forza il diritto a percorsi di crescita professionale dei dipendenti regionali cui vengono negati, da più di trenta anni, legittimi percorsi di carriera e la conseguente necessità della riorganizzazione della macchina amministrativa facendo nuove assunzioni, anche per dare risposta a tanti giovani potenziando con nuove leve la macchina amministrativa”.
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