Una raccolta di scatti realizzati da profughi siriani, iracheni e iraniani durante i loro viaggi di speranza verso l’Europa.
Le testimonianze fanno parte della mostra inusuale #RefugeeCameras di Kevin McElvaney, inaugurata oggi nel Living Lab della Galleria d’Arte Moderna di Palermo. La mostra s’inserisce all’interno dell’iniziativa del “Festival delle Letterature Migranti” ed è sostenuta dal Goethe-Institut Palermo nell’ambito della sezione Arti Visive.
L’esposizione trae origine dal dicembre del 2015, quando il fotografo tedesco Kevin McElvaney decise di consegnare una quindicina di macchine fotografiche usa e getta ai rifugiati incontrati a Izmir, Lesbo, Atene e Idomeni, fornendo loro uno strumento per documentare ogni tappa dalla loro prospettiva di viaggio. Sette di queste macchine sono, poi, tornate al mittente che vi ha accostato, inoltre, lavori di celebri fotografi professionisti che hanno aderito al progetto e lo sostengono. Tra questi: Jacobia Dahm, Souvid Datta, Daniel Etter, Jan Grarup, Ciril Jazbec, Mackenzie Knowles-Coursin, Kai Löffelbein, Aris Messinis, Espen Rasmussen, Lior Sperandeo, Nicole Tung e Patrick Witty e l’italiano Alessandro Penso.
Martedì 11 ottobre alle 16 Kevin McElvaney incontrerà il pubblico.
La mostra è aperta fino al 25 ottobre, dal martedì alla domenica dalle 9,30 alle 18,30, con ingresso libero.
Kevin McElvaney è nato 1987 nel nord della Germania da padre tedesco e madre irlandese. Dopo gli studi si trasferisce ad Amburgo per studiare economia aziendale, diritto e sociologia. Fotografo freelance dal 2013, Agbogbloshie è la prima raccolta che ha pubblicato.