Al via oggi in Sicilia la campagna referendaria per la cancellazione dell’autonomia differenziata, promossa da un comitato composto da sindacati, partiti, associazioni della società civile. Postazioni per la raccolta delle firme in tutta l’Italia. Nell’isola i comitati territoriali hanno allestito banchetti nelle piazze, nei mercati, nelle località marine, davanti a ospedali.

 

Lionti: “Legge che spacca il Paese”

“Diciamo no ad una legge che spacca completamente il Paese. Calderoli non tiene conto che diritti fondamentali come studio e salute sono messi in pericolo – dice Luisella Lionti, segretario generale Uil Sicilia -. Non sono giudizi ideologici, vogliamo investimenti e vogliamo ripartire e con queste legge non accadrà”.

 

La CGIL a Enna

Il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, stamani era davanti all’ospedale Umberto I di Enna. “Vuole essere una scelta emblematica – dice- perchè il sistema sanitario pubblico già in difficoltà sarà ancora più fragile con l’autonomia differenziata. L’arretramento riguarderà tutti i diritti essenziali e questo dappertutto ma ancor di più nelle aree interne che diverranno più marginali”. Per questo, sottolinea il segretario della Cgil, “si deve sviluppare un movimento di massa per abolire questa legge, firmando per i referendum e poi recandosi alle urne a votare Sì “.

Il referendum

E’ quindi partita la raccolta di firme per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata, promosso da un vasto schieramento di forze sociali, politiche e associative della società civile. Banchetti saranno allestiti sabato e domenica nelle principali piazze delle città, nei mercati, davanti a ospedali e nelle locali marine, a cura del comitato regionale e dei comitati territoriali costituitisi in questi giorni. La raccolta proseguirà anche nei giorni successivi. “Sì all’Italia unita, libera e giusta. Una firma contro l’autonomia differenziata”: è questo lo slogan dell’iniziativa. Il comitato promotore annuncia un impegno straordinario per raccogliere entro settembre le 500 mila firme necessarie. In Sicilia i comitati territoriali annunciano a loro volta iniziative a tappeto contro una misura che spaccherà il Paese, allargando i divari , rendendo più deboli la Sicilia e tutte le regioni meridionali, producendo un arretramento che riguarderà sanità, scuola, infrastrutture e tutti i servizi essenziali.

Il quesito referendario recita: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024 n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo Comma della Costituzione?”. Sì all’Italia libera, Unita e Giusta.

Iniziative sindacali e preoccupazioni per la sanità

Cgil e Uil, con i segretari generali Alfio Mannino e Luisella Lionti hanno anticipato che ci saranno iniziative nei luoghi di lavoro ma anche, ad esempio, davanti agli ospedali, posto che la sanità pubblica siciliana, già in crisi, sarà uno dei settori più colpiti dall’autonomia differenziata. Un tema d’altronde su cui Cgil e Uil si cimentano da tempo, con iniziative tematiche su sanità, infrastrutture e istruzione ma anche volte ad esprimere preoccupazione e dissenso sull’autonomia differenziata, come la manifestazione regionale del 15 aprile 2023 a Caltanissetta, più di un anno fa, quando il provvedimento era ancora in itinere.

Obiettivi e preoccupazioni dei sindacati

“Nostro obiettivo – hanno detto Mannino e Lionti – è far crescere la consapevolezza sull’arretramento che l’autonomia differenziata produrrà su servizi e infrastrutture, su sanità e istruzione. Abrogare la legge, votando sì al referendum, è dunque dare opportunità a Sicilia e siciliani che invece verrebbero negate, tornando indietro – hanno aggiunto- senza possibilità di recupero. Questa deve essere una battaglia senza confini e senza steccati politici- hanno sottolineato Mannino e Lionti- una grande battaglia di popolo, di massa sulla quale puntiamo a coinvolgere quanti più soggetti, dal mondo della cultura, alla Chiesa”. I due esponenti sindacali hanno sottolineato che “l’intenzione non è difendere l’esistente ma proporre un nuovo modello di sviluppo del Mezzogiorno, proiettandolo nell’area euro-mediterranea. E per questo servono investimenti e misure dedicate nell’ambito di un progetto unitario del sistema Paese”.

Impatto economico e sfide future

Con l’autonomia differenziata, invece, la Sicilia già da subito, secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, perderà 1,3 miliardi l’anno, con ripercussioni su tutti i servizi essenziali. I Lep peraltro non sono né partiti, né finanziati”. Una doppia sfida dunque si apre – hanno sottolineato i segretari di Cgil e Uil- portare la gente al voto con la consapevolezza che è in gioco il futuro della Sicilia e delle giovani generazioni, per abrogare la legge affermando un principio fondamentale: che la democrazia si afferma e si difende e assieme alla democrazia i diritti con la partecipazione, innanzitutto al voto”.

Critiche alla misura e Schifani

“Siamo in presenza di una misura che divide il Paese- ha detto Lionti- che non garantisce i diritti essenziali, questo in una Sicilia già abbandonata, come dimostra lo stato della sanità”. “È grave l’atteggiamento del presidente della regione- ha rimarcato Mannino- l’unico di una regione meridionale ad approvare una misura che produrrà uno scempio, rispetto al quale ci saremmo aspettati il più netto dissenso”.

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