“Piena solidarietà a tutta la comunità educante, alunni, insegnanti e alla dirigente scolastica dell’Ic De Amicis Da Vinci, per l’increscioso episodio di intolleranza verificatosi ai danni di una classe dell’istituto che stava svolgendo attività nel centro di Palermo. Siamo convinti che si tratti di un gesto isolato, Palermo senza dubbio è una città accogliente e solidale, si sarà trattato di un caso isolato frutto di ignoranza e miseria umana e culturale”. Lo dichiara il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino a proposito degli insulti razzisti rivolti agli alunni della classe multietnica della De Amicis Da Vinci.

Cosa è successo

Una classe quinta elementare dell’istituto De Amicis-Da Vinci di Palermo, composta da venti bambini italiani, sedici dei quali figli di genitori ghanesi e mauriziani, è stata vittima di episodi di razzismo. Durante uno spettacolo organizzato alla libreria Feltrinelli per l’iniziativa “Io leggo perché”, i bambini sono stati apostrofati con frasi razziste da alcuni passanti. La maestra Patrizia Montalbano racconta l’accaduto: “Alcuni passanti hanno iniziato a dire di tutto. Un signore entrato alla Feltrinelli ha messo in guardia un impiegato dicendo che i bambini africani avrebbero potuto rubare qualcosa”. La maestra ha cercato di sdrammatizzare, sperando di non dare peso alle parole dei passanti e di rassicurare i bambini. Tuttavia, una bambina, scoppiata in lacrime, ha chiesto: “Perché ci dicono queste cose?”.

Episodi ripetuti al Teatro Massimo

Non è stato un caso isolato. Anche al Teatro Massimo, la classe è stata oggetto di commenti razzisti. Una signora ha chiesto: “Ma questi bambini li avete scelti tutti neri? Quelli bianchi non sono meglio?”. Un’altra ha sentenziato: “Sono tutti adottati, sono strani”. L’insegnante, Marinelli, ha replicato che si trattava di figli di famiglie sane e di grandi lavoratori, sottolineando che, anche se avessero avuto alle spalle famiglie problematiche, i bambini non avrebbero avuto alcuna colpa. La signora si è poi scusata con l’insegnante, ma quest’ultima ha ribattuto che le scuse andavano rivolte ai bambini.