La vicenda dei dati siciliani dell’epidemia di Covid-19, che ha portato alle dimissioni di Ruggero Razza dall’assessorato regionale alla Salute, è stata al centro della 48esima puntata di Casa Minutella, il talk show andato in onda su BlogSicilia.it.

CRACOLICI (PD)

In collegamento, l’onorevole Antonello Cracolici, deputato regionale del Partito Democratico, ha affermato: «Non c’è dubbio che quanto avvenuto abbia minato le fondamenta delle istituzioni. È grave non avere più la certezza se sia vero ciò che è a conoscenza del sistema pubblico, al di là della vicenda giudiziaria. Ed è grave che dei dirigenti abbiano commesso un’infedeltà allo Stato, alla Repubblica: quando un dirigente, che ha la responsabilità della terzietà della Pubblica Amministrazione, si piega o agisce per conto di altri interessi, anche governativi, va rimosso. L’ho chiesto al Governo ma, dopo 48 ore, come mai la dirigente Letizia Di Liberti non è stata ancora sospesa?».

Cracolici ha poi ricordato che la dirigente «è stata nominata da questo Governo, sulla base di un mandato fiduciario. Poi, nel caso specifico del Covid-19, il presidente della Regione è anche il commissario, con poteri delegati dallo Stato per gestire l’emergenza, compreso il sistema amministrativo che governa le informazioni e anche le decisioni. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che le informazioni non hanno solo un valore statistico ma anche e soprattutto orientano alcune decisioni piuttosto che altre che devono garantire l’incolumità pubblica. Non vorrei che la sottovalutazione dei dati abbia potuto in qualche modo determinare una non decisione o una decisione sbagliata, generando il rischio di far morire altra gente. La situazione non va banalizzata. Stiamo parlando di salute».

INGROIA (EX MAGISTRATO)

In collegamento Antonio Ingroia, ex magistrato e oggi avvocato, ha spiegato: «Naturalmente sapranno meglio di me i magistrati, gli inquirenti e gli avvocati difensori e mettere becco dall’esterno è sempre cosa avventurosa. Ora, stando a quello che ho letto e a quella che è la mia esperienza, ho la sensazione che, dal punto di vista penale, almeno per quello che riguarfa l’assessore, non siano stati commessi fatti gravissimi. Da penalista, ex magistrato, non vedo ipotesi di reato grave. Però, dal punto di vista etico e morale, giacché stiamo parlando di un tema di elevata sensibilità da parte dei cittadino, scoprire che si facciano dei magheggi sui dati e che questi magheggi siano avallati dai vertici dell’assessorato, è gravissimo. Ciò prescinde dalla responsabilità penale e Razza ha fatto benissimo a dimettersi ma la responsabilità politica, in una compagine governativa, non investe solo un uomo ma tutti, anche chi ha scelto quell’assessore. I cittadini hanno diritto di conoscere la verità».

ARICÒ (DIVENTERÀ BELLISSIMA)

In collegamento Alessandro Aricò, deputato regionale di Diventerà Bellissima, ha detto: «Il nostro movimento ha subito un colpo ma Nello Musumeci, già nello stesso giorno delle dimissioni di Razza, si è presentato in Aula e ha assunto l’incarico di dirigere l’assessorato ad interim, convocando una Giunta subito dopo. Il nostro gruppo non avrebbe voluto le dimissioni di Razza, a cui ci stringiamo e diamo la solidarietà massima come uomo ed ex assessore regionale perché ha fatto molto bene. Razza ha messo prima le istituzioni e poi gli uomini e va evitato lo sciacallaggio mediatico».

E ancora: «Quale interesse poteva avere il presidente della Regione che ha sempre chiesto a Roma la zona rossa per la Sicilia anche quando i dati sembravano non andare verso quella direzione? Perché, a livello politico, non si narrano le cose positive fatte fino a oggi?».

LA ROCCA RUVOLO (FORZA ITALIA)

In collegamento Margherita La Rocca Ruvolo, deputata regionale di Forza Italia, ha ricordato che già nel giugno dello scorso anno era stata riscontrata una discrepanza dei dati riportati dall’assessorato e sui giornali: «Abbiamo istituito una sottocommissione, con coordinatore Cracolici, e per due mesi e mezzo abbiamo lavorato per capire cosa stesse accadendo. Abbiamo concluso, poi, con una relazione ad agosto e abbiamo allentato perché i casi erano irrisori, senza riscontrare una responsabilità politica. Ma abbiamo ascoltato la dirigente Di Liberti che già allora annaspava nel dare una spiegazione. La cosa che mi colpì è che veniva caricato per due volte il risultato della stessa persona per un errore sul codice fiscale. Quello che ha fatto la dirigente è gravissimo: c’è una grande confusione ma l’assessore non ha la responsabilità di come venga gestita la parte burocratica della gestione dei dati».

 

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