La situazione finanziaria della Rap, l’azienda municipalizzata che gestisce il ciclo dei rifiuti a Palermo, sarebbe drammatica. Il bilancio consuntivo 2023, appena approvato e inviato al socio unico (il Comune di Palermo) dal presidente Giuseppe Todaro, certifica un buco di 10 milioni di euro. Il capitale sociale è stato completamente eroso e si aggiungono ulteriori 5,8 milioni di debiti, rendendo la ricapitalizzazione da parte del Comune l’unica via percorribile per evitare il fallimento. Lo riporta il Giornale di Sicilia.
L’assessore al Bilancio e alle Partecipate, Brigida Alaimo, ha confermato l’intenzione dell’amministrazione comunale di intervenire, ma ha sottolineato la complessità e la lunghezza della procedura. “Stiamo valutando i presupposti”, ha dichiarato l’assessore, “ma siamo solo all’inizio di un percorso lungo e articolato, che richiederà il coinvolgimento del Consiglio comunale”. La ricapitalizzazione, infatti, non è una semplice formalità. Il Comune dovrà fornire solide argomentazioni a supporto dell’intervento, dimostrando la sostenibilità finanziaria e operativa dell’azienda nel lungo periodo, anche alla luce di possibili obiezioni da parte della Corte dei Conti.
La situazione è ulteriormente complicata dalla necessità di agire con una certa rapidità, come evidenziato dalla convocazione di un’assemblea straordinaria già per la prossima settimana. Il sindaco Roberto Lagalla, pur ribadendo la necessità per la Rap di camminare sulle proprie gambe, sembrerebbe intenzionato a portare a termine l’operazione di salvataggio.
Ma a rendere ancora più fosca la situazione è la relazione della società di revisione indipendente Grand Thornton, che ha espresso “dichiarazione di impossibilità di esprimere un giudizio” sul bilancio della Rap. Secondo Vincenzo Lai, socio di Grand Thornton, sarebbe necessario un aumento di capitale di almeno 7,2 milioni di euro per garantire la continuità aziendale. La società di revisione evidenzia inoltre un possibile ulteriore ammanco di 3 milioni di euro, dovuto alla sottostima di un fondo di svalutazione.
C’è da dire che la situazione della Rap si inserisce in un contesto finanziario già precario per il Comune di Palermo, alle prese con un piano di riequilibrio che lascia poco spazio di manovra. A questo si aggiunge la preoccupazione per la gestione delle partecipate, come evidenziato dal parere negativo espresso dal ragioniere generale, Paolo Bohuslav Basile, sullo schema di bilancio consuntivo del Comune, a causa della mancata asseverazione debiti/crediti della Rap