I sindacati di Rap Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel proclamano lo stato di agitazione. Lo annunciano in una nota in cui le parti sociali in questione chiedono un confronto con l’azienda e l’amministrazione comunale.
“Chiediamo un immediato confronto con azienda e amministrazione comunale, riservandoci fin da subito la possibilità di intraprendere un percorso di assemblee qualora le interlocuzioni sopra richieste non addivengano in tempi rapidi alla soluzione di tutte le criticità evidenziate”.
“Le difficoltà economico-finanziarie rese note dalla società nel mese di luglio e la riconferma delle medesime criticità in questi giorni, nonostante il susseguirsi di innumerevoli incontri governance Rap e amministrazione comunale, ci inducono a proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori”.
I sindacati motivano dunque la decisione: “La mancata approvazione del bilancio consuntivo anno 2022; la presentazione di una semestrale anno 2023 con uno scostamento in negativo di circa 3,8 milioni di euro; l’attesa infinita di una ricapitalizzazione mai concretizzata; la rateizzazione di 5 milioni di euro verso l’Inps per il mancato pagamento dei contributi previdenziali; il debito di 2 milioni di euro verso l’erario e il debito di 19 milioni nei confronti dei fornitori e manutentori, non possono non far scaturire forte preoccupazione tra le maestranze”.
Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel aggiungono: “Giova ricordare che, il Pef Tari presentato dall’azienda per l’anno 2023 è stato rivisitato, peggiorando la situazione, in circa 5 milioni dagli uffici comunali e l’impegno assunto dall’Amministrazione di integrare il corrispettivo con servizi aggiuntivi non si è concretizzato. I crediti vantati dall’azienda nei confronti del Socio Unico ammontano dunque a circa 35 milioni di euro, il piano industriale e il piano del fabbisogno non risultano approvati dal Comune e inoltre le assunzioni rimangono lettera morta, i servizi d’istituto sono garantiti esclusivamente attraverso l’impegno continuativo dei lavoratori (determinato anche dagli accordi sindacali) . E dunque la riorganizzazione aziendale è fortemente condizionata dalla esiguità ‘dall’affaticamento’ e dal mancato coordinamento dei tre dirigenti rimasti”.
Infine per i sindacati “alla luce dunque di tutto ciò, delle criticità esistenti, del rischio della continuità aziendale palesato dalle note del Ragioniere Generale del Comune, della lentezza registrata nell’assunzione di decisioni concludenti in direzione della reale messa in sicurezza della Società e del suo rilancio, proclamiamo lo stato di agitazione dei lavoratori”.