Ci sono persone che non si arrendono e nonostante le difficoltà riescono a realizzare i propri sogni. Marcella Li Brizzi, palermitana, è una di loro. Cinquantasei anni, atleta paralimpica, sta gareggiando ai campionati Europei di scherma in carrozzina a Casale Monferrato grazie alla solidarietà.
Campionessa italiana nella spada in categoria A da tre anni consecutivi, l’ atleta palermitana non è stata convocata dalla nazionale che non ha portato alcuna atleta nella sua specialità preferita.
Marcella doveva decidere se rinunciare o trovare i soldi per partire. Così si è rivolta a growish.com, sito dov’ è possibile chiedere una colletta.
“Mi hanno risposto da tante parti d’ Italia – racconta al Giornale di Sicilia -, da Napoli a Grosseto, ma soprattutto mi hanno aiutata tanti colleghi schermidori, quelli meno bravi”.
I soldi raccolti non coprivano il budget, così è partita una vera e propria gara di solidarietà con tanto di cena-aperitivo. Ad interessarsi alla raccolta fondi anche un assessore comunale di Castelbuono e l’associazione Il Giardino di Luca e Viola, che ha sede ad Erba.
Il biglietto aereo per andare a Casale Monferrato è stato pagato dal consigliere comunale di Palermo Paolo Caracausi.
Marcella Li Brizzi ha scoperto la scherma a cinquant’anni, quando era ormai costretta in carrozzina per le conseguenze di una caduta avvenuta da giovane.
La donna ha 3 figli ed energia a non finire: fa parte della giunta del comitato regionale paralimpico in rappresentanza degli atleti, e del Club Scherma Palermo, dove aiuta, al centro di Villa delle Ginestre, il suo istruttore, il maestro Massimo La Rosa.
“È importante – conclude Marcella Li Brizzi – che si cambi mentalità e che i disabili si avvicinino di più allo sport, anche se ci sono problemi finanziari e logistici. Non esiste, per esempio, un pullman pubblico con un autista che possa venire a prendere a casa e lasciare gli atleti disabili. Molti conoscono lo sport durante la riabilitazione a Villa delle Ginestre e poi sono costretti a smettere. Cerco di fare qualcosa con il mio esempio. Perché lo sport cambia in meglio la vita di un disabile, non tutti i genitori lo sanno”.