Quasi 25o unità lavorative in meno del necessario (246 per l’esattezza) e solo 4 funzionari per fare il lavoro che dovrebbero fare in 50. Come se non bastasse nessuno vuole venire a lavorare in questo Dipartimenti “complessi” dove si gestiscono i servizi di pubblica utilità per i siciliani. Perfino i vincitori di concorso sono pronti a rinunciare al posto di lavoro piuttosto che essere assegnati all’assessorato regionale all’energia, Acqua e rifiuti.

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E’ la denuncia forte dell’assessore regionale Roberto Di Mauro che a talk sicilia parla delle sfide del suo assessorato. Termovalorizzatori e piano rifiuti, reti idriche da rifare, una riforma per affidare la gestione delle dighe ai privati, una serie di bandi da pubblicare per rispettare tutte le scadenze europee e per mettere in cantiere le cose che si possono fare con i soldi che ci sono.

Una situazione insostenibile quella in cui ci si trova a lavorare in “questo posto”. Anche per questo, dopo aver completato la pubblicazione dei bandi, Di Mauro annuncia che passerà la mano. Dimissioni che arriveranno a breve ma non prima di aver messo tutto a posto per lasciare le cose in ordine a chi lo sostituirà

Roberto Di Mauro ospite a Talk Sicilia

Roberto Di Mauro ospite a Talk Sicilia

I termovalorizzatori parte di un sistema più ampio di soluzioni

“I termovalorizzatori sono parte di un percorso che è stato individuato nel piano rifiuti, che va accompagnato con le piattaforme intermedie che sono funzionale al trattamento dei rifiuti e alla loro riduzione. Ricordo a me stesso che abbiamo immaginato due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, per un valore di circa 300.000 metri cubi. I rifiuti indifferenziati prodotti sono circa un milione di metri cubi quindi queste due strutture, unitamente alle quattro piattaforme che abbiamo individuato a Trapani, Ragusa, Agrigento e Siracusa, sono funzionali proprio alla riduzione dei rifiuti e al loro trattamento per poter essere poi inviati alla termovalorizzazione. Si tratta di capienze adeguate a quella che è la capacità degli impianti immaginati”.

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“Attualmente siamo alla fase della progettazione: come sapete l’incarico è stato affidato a Invitalia e confidiamo certamente nel 2027 iniziare a lavorare. L’obiettivo è quello nel giro di un anno e quattro mesi di poter concludere tutta l’operazione. Probabilmente potremmo anticipare di qualche mese la data di avvio e far partire tutto negli ultimi mesi del 2026”.

“Credo che abbiamo le carte in regola per spingere su questa iniziativa che è stata condivisa dal Governo, dal Parlamento e dal Senato attraverso un provvedimento legislativo ad hoc che è simile a quello di Roma Capitale. Quindi per la Sicilia questo progetto ha un valore strategico di importanza e di rilievo e questo è anche merito soprattutto del Presidente Schifani per le due importanti operazioni romane”.

Nel sistema ci sono tante storture, ad esempio chi più ricicla si trova a pagare di più

“Guardi, il meccanismo che lei ha messo in rilievo sconta un deficit strutturale che rimane legato, ad oggi, in sostanza alla collocazione in discarica del rifiuto. Una volta raccolto e trattato con i TMB per la relativa stabilizzazione, il collocamento nelle discariche è troppo costoso. Le discariche sono poche e spesso sono private. In qualche circostanza risultano anche incapienti, vedi la vicenda di luglio dell’anno scorso. Situazioni che obbligano il sistema a trasferire i rifiuti in Italia o anche all’estero. Per questo stiamo intervenendo  proprio con la realizzazione del termovalorizzatore, serve dare una risposta completa ai cittadini non solo attraverso l’eliminazione della costante emergenza ma anche in termini di costi”.

Nel frattempo stiamo mettendo in campo una serie di attività che dovrebbero determinare l’incremento delle discariche grazie all’applicazione della recente sentenza di Stato che consente di recuperare lo spazio occupato dai detriti inerti, materiale che viene messo in discarica ma che non farebbe più volume e quindi c’è la possibilità di aumentare la capacità di abbancamento con opere abbastanza semplici e veloci che si potranno concludere velocemente mentre a Trapani entro tre mesi massimo pensiamo di completare i lavori della nuova discarica. Per non parlare del problema di Sciacca dove è in gara un altro intervento grazie al nuovo finanziamento che abbiamo disposto”.

E Bellolampo, la discarica pubblica di Palermo?

“Il sistema prevede anche per Palermo un ampliamento che è già finanziato con progetto in corso di di relativa approvazione da parte dell’assessorato regionale per circa 17 milioni. Tutto sommato la Sicilia occidentale è in una posizione oggi di maggiore tranquillità mentre il tema delle discariche è grave in Sicilia orientale dove si dovrebbero porre opportuni rimedi perchè sono anni che non si fanno discariche e due degli anni i vari amministratori non hanno mai pensato di fare le scale oggi il nuovo piano non prevede nuove discariche. Oggi il piano non prevede più la realizzazione di nuove discariche perché il progetto è quello di dare continuità alla realizzazione del  termovalorizzatore per evitare che incidenti di qualsiasi tipo mettano a rischio il sistema”.

Ma produciamo abbastanza rifiuti per garantire la sostenibilità di questi termovalorizzatori? Perché questa è l’altra critica che viene mossa dagli oppositori.

“Lei deve calcolare che tutta la produzione di rifiuti è di circa 2 milioni di metri cubi. Nella differenziata siamo al 63%, Ci sono regioni che fanno meglio ma siamo riusciti a raggiungere questa quota. Detto ciò i rifiuti che si prevede debbano essere allocato sonio poco al di sotto del milione di metri cubi. Per una parte c’è la la possibilità di farne anche CSS ovvero utilizzare il rifiuto per fare cemento e bitume e così via. Poi c’è la raffinazione dello scarto del legno e altre procedure. La frazione rimanente, trattata e ridotta andrò al termovalorizzatore. Non ci manca il rifiuti per alimentare il sistema che ha una portata di 300mila metri cubi”.

“Il sistema è pensato perché ci sia una relazione diretta fra queste cinque o sei strutture, due termovalorizzatori e 4 impianti di trasformazione. L’unica cosa che posso aggiungere è che per mettere al riparo le altre due province che potrebbero aver problemi e ricaduteovvero la provincia di. Messina e quella di Catania abbiamo previsto con i fondi comunitari FSC una somma cospicua di circa 100 milioni di euro per realizzare le cosiddette piattaforme ulteriori per coprire tutta la Sicilia orientale”.

Siccità e reti colabrodo

“Le reti idriche diciamo che scontano da sempre una situazione antica. I fondi a disposizione della Regione siciliana sono 77 milioni di fondi FSC e sono stati già programmati e predispoti i lavori. Già sono iniziati tutti gli atti e molte opere sono in gara ma tutto questo è una goccia d’acqua rispetto al mare di problemi del sistema. In più credo che domani (oggi ndr) pubblicheremo un avviso per ulteriori 47 milioni di euro proprio finalizzato a una copertura che riguarda gli interventi di ripristino del sistema della rete idrica integrata della Sicilia centrale. Queste sono le risorse di cui disponiamo”.

Abbiamo altresì avviato le procedure anche per completare il sistema idrico integrato nel senso che quando dove sono insediato c’erano soltanto quattro province che avevano affidato il servizio idrico dopo ben trent’anni dalla legge che lo prevedeva. Oggi abbiamo aggiunti Ragusa. Per Siracusa è stata aggiudicata la gara a una nuova società. Per quanto riguarda Messina abbiamo fatto due volte il bando di gara ed è andato deserto quindi adesso riproporremo per la terza volta una procedura diciamo diversa. Altrove abbiamo registrato l’opposizione dei sindaci e non è stata possibile concludere le procedure di accordo per cui abbiamo chiesto al ministro l’applicazione di quanto previsto dall’articolo 14 e cioè l’intervento di Invitalia, cosa che è stata più volte fatta in Italia. Ricordo a me stesso che ci sono comuni che non pagano una goccia d’acqua e la Regione Siciliana dall’agosto del 2022 interviene per pagare i relativi costi e questo deve finire quindi abbiamo anche finanziato programmi di sostituzione dei contatori”.

Le dighe, serve riforma e affidamento ai privati

“Terza questione è quella delle dighe. Quando mi sono insediato avevano fatto appena due piani di gestione su 27 dighe. Abbiamo completato tutti i piani di gestione. Abbiamo anche avviato alcuni progetti,  qualcuno è già in gara importanti: nove milioni di euro per la diga Pozzillo, ma ci sono anche 46 milioni per altri interventi. Però abbiamo un controllo su tutto il sistema delle dighe che sconta una inadeguatezza atavica a mio parere. E’ ormai impellente un’evoluzione della frase gestionale. Occorre superare l’idea del gestore pubblico Regione Siciliana. Si tratta di un sistema troppo complesso. Serve una riforma che dia le dighe in gestione a soggetti privati in modo che ciascuno pensi alla gestione ordinaria e straordinaria della propria diga. I privati curerebbero la manutenzione e renderebbero le dighe efficienti e produttive ricavando non solo l’acqua da fornire aio soggetti distributori, sia essa destinata a usi domestici, irrigui i industriali, ma le sfrutterebbe anche nell’ambito idroelettrico ad esempio e tanto altro, insomma le dighe diventerebbero produttive ed efficienti”

Solo 4 funzionari su 50 e nessuno vuol venire a lavorare qua a costo di rinunciare all’impiego

“Questo è un assessorato che ha due dipartimenti. Anche l’energia è un settore molto strategico per la Regione Siciliana. Affrontare il tutto con 246 unità in meno e con soli 4 funzionari sui 50 previsti per svolgere i compiti di capi servizi è davvero complicato”.

Qui occorre una sensibilizzazione della forza lavoro perché a fronte delle carenze, nessuno vuole venire a lavorare qui. Non so perché, ma molte persone rifiutano. È un assessorato che vive di precarietà rispetto alla risorse umane assegnate. I temi trattati sono delicati e serve grande attenzione ma non capisco tutta questa ostilità. Perfino i vincitori di concorso neo assunti rinunciano al posto di lavoro se assegnati qui. Diciamo che già è complesso perché i funzionari alla regione vengono a guadagnare, mi dicono 1.540 euro nette appena assunti e per alcuni è motivo di rinuncia già questo ma quando, poi, si parla di assegnazione a questi Dipartimenti scappano”

Lascio le carte in ordine e mi dimetto

“Ho fatto tutto quel che potevo, mi sono impegnato al 100% come continuerò a fare fino alla fine e come ho sempre fatto in  tutta la mia attività ma è giusto che qualcun altro occupi, adesso, un assessorato impegnativo che non lascia respiro anche nei week end. Questo avviene perché purtroppo il problema dell’acqua, del servizio pubblico o della diga non finisce mai. C’è un tempo per tutto”.

Assessore quindi lei ci sta dicendo che ha intenzione di dimettersi, che da qui a qualche tempo vorrebbe passare la mano?

“Assolutamente sì”.

Di Mauro e i rapporti con Schifani

Inevitabilmente, allora, le devo chiedere quali sono i suoi rapporti col Presidente della Regione

“Il Presidente della Regione fa il suo lavoro come lo faccio io. È chiaro che ciascuno di noi vorrebbe che tutto andasse al massimo e quando si verifica qualche intoppo si crea disappunto. Detto ciò io sto completando il mio lavoro per pubblicare tutti i bandi che sono di competenza di questi Dipartimenti perché a me piace lasciare le cose a posto, fatte per bene, per poter mettere il mio  successore in condizioni di poter lavorare, di trovare una piattaforma funzionante”.

“Io ho trovato il deserto questo ci tengo a dirlo. Abbiamo costruito una serie di attività e voglio ricordare anche le bonifiche. Abbiamo immaginato di censire tutti i siti, ho dato a tutti i Comuni indistintamente le somme per fare i progetti, ho erogato le somme per fare la caratterizzazione. Indistintamente a tutti perché occorre che anche su questo tema non si dica che la Sicilia è inattiva. Ci siamo dotati di un piano decennale quindi adesso c’è anche il piano delle bonifiche”.

“Come vede è una strada irta di complessità quella che abbiamo percorso, un settore nel quale eroghi servizi che sono percepiti come essenziali e dovuti e per i quali nessuno ti dirà mai grazie per quel che hai fatto. Tutto con pochi funzionari e con una elevata rischiosità degli atti che vengono poste in essere che ovviamente porta ad una maggiore cautela e una propensione alla selezione alla ponderazione. Io mi auguro che in questa legislatura chi verrà dopo di me potrà essere in grado di condurre in porto l’utilizzazione delle risorse che sono assegnata alla Regione siciliana da parte della Commissione europea”.

La video intervista integrale