Quattro anni per azzerare l’emergenza casa, la sfida di Ferrandelli “Aperti al dialogo rispettando le regole”

Entro quattro anni l’emergenza casa a Palermo potrebbe essere superata. Il conto lo facciamo noi di BlogSicilia sulla base dei numeri che ha portato in redazione l’assessore comunale Fabrizio Ferrandelli, venuto a trovarci per raccontare quello che sta facendo la città per mettere ordine, regole e soprattutto rispondere al disagio. L’emergenza c’è e questo non è un mistero, ed anche le cose da fare sono tante ma la lista dell’emergenza abitativa si potrebbe chiudere in un periodo di tempo fra i intorno ai 4 anni, nuove emergenze permettendo.

Ferrandelli a Talk Sicilia, troppi abusi in passato

“Non c’è dubbio che l’emergenza esiste ma la stiamo affrontando” Fabrizio Ferrandelli si presenta con questo spirito a BlogSicilia per parlare dell’inchiesta condotta nei giorni scorsi fra i meandri del disagio abitativo della città

“L’innalzamento della richiesta degli affitti, gli stipendi che sono molto bassi, non mettono le persone nelle condizioni di poter sopportare questo carico. Noi però abbiamo voluto mettere ordine ad un settore che andava meglio regolamentato e all’interno del quale potevano annidarsi delle sacche di scarsa trasparenza e per cui la prima cosa che ho voluto fare è mettere in atto il Regolamento, provvedendo all’aggiornamento annuale previsto dal Consiglio comunale della graduatoria dell’emergenza abitativa. Una lista dell’emergenza abitativa molto vecchia, scarsamente manutenuta negli anni, anche perché queste istanze sono state presentate nel corso del tempo. Il cartaceo, quando tu presenti un’istanza sul cartaceo, il cartaceo presuppone una difficoltà nell’elaborazione nell’attribuzione del punteggio ci possono essere degli errori spesso possono essere anche smarriti dei fascicoli e dei protocolli. Per cui insieme alla nostra società dei servizi digitali abbiamo reso la procedura digitale informatizzata e abbiamo provveduto all’aggiornamento tramite lo speed o tramite la CIE, la carta identità elettronica, consentendo a tutti: sindacati, patronati e qualsiasi soggetto titolato di poter presentare le istanze anche con lo SPID, con la CIA di un altro soggetto che certificava di star presentando per terzi”.

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La nuova lista nata anche dal confronto

“Devo dire che anche lo sportello ‘abitare sociale’ che sorge davanti la mia stanza in assessorato è sempre stato attivo, ha dato assistenza, e quindi abbiamo provveduto digitalmente all’aggiornamento. Chiaramente tutto questo è avvenuto passando sempre dall’Osservatorio delle politiche per la casa, che ho voluto riunire dopo anni di difficoltà di dialogo. L’abbiamo riunito diverse volte e ancora vogliamo riunirlo. Però questo percorso ci ha consentito anche di utilizzare una serie di sistemi informatici per accertare i dati. Dico una cosa che è sicuramente è nota ma qualcuno magari ha mistificato: la presentazione delle istanze sul cartaceo alla quale si allegava un contratto d’affitto scaduto oppure si ometteva di allegare l’ultima parte di quel contratto, o ancora si presenta uno sfratto magari con la data aggiusta con Photoshop, creava una condizione di scarsa trasparenza e qualche caso di abuso della richiesta. La possibilità di gestire la piattaforma con servizi informatici ci ha dato anche accesso ad una serie di database di informazione che ci ha consentito anche di vedere puntualmente il dato, ivi compreso l’Isee, e rendere la graduatoria certa e trasparente”.

Lista emergenza ridotta del 75%

“Basta pensare che quando abbiamo iniziato a verificare la lista, questa  aveva come  primo in graduatoria un defunto da tre anni. Era una lista che andava scremata anche da soggetti che si erano trasferiti di città e così via. Un lavoro che ha portato ad una riduzione del 75% della lista stessa. Ma non lo abbiamo fatto da soli. Abbiamo dato un periodo inizialmente di due mesi per le osservazioni. Le forze sociali hanno richiesto un ulteriore proroga di un ulteriore mese ed è stata concessa. Il nostro intento non è quello di escludere qualcuno.  Oggi però posso dire che al 30 dicembre del 2024 abbiamo una graduatoria che risponde adeguatamente fotografando quello che è il bisogno di emergenza.

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Da quasi 2000 a 370

“Nella lista oggi ci sono 372 nuclei, anzi 371 perché abbiamo appena assegnato ad una famiglia con sei figli un immobile. Proprio prima di venire qui in redazione. Ed è una lista che finalmente sta scorrendo anche perché abbiamo affiancato al lavoro di pulizia degli elenchi e dell’anagrafe un lavoro nuovo di reperimento degli immobili, per cui siamo passati dalla media di otto dieci immobili assegnati l’anno ad una media significativa di 50 immobili in sei mesi. Quindi questo è un cambio di passo che ci fa ben sperare nell’aggiornamento della graduatoria”.

La richiesta di un dialogo costante

Ma dalle associazioni che seguono le emergenza abitative arrivano segnali chiari con richiesta di collaborazione e dialogo costante “La graduatoria rimane aperta – dice Ferrandelli –  noi adesso riapriamo la possibilità di iscriversi già a fine di gennaio, quindi fra qualche giorno, perché il nostro obiettivo non è quello di escludere ma è quello di avere una fotografia reale dell’immediato bisogno. Ma accanto alla procedura di assegnazione di un alloggio in emergenza abitativa noi abbiamo delle misure sociali attivate con i servizi sociali del Comune di Palermo”.

L’agenzia per la casa

“Mi riferisco ad Agenzia per la casa, che è uno strumento che interviene quando il soggetto in difficoltà ha uno sfratto, si arretrato con gli affitti, andando dai servizi sociali di territorio, riesce a mettere in campo un’attivazione di misure che ti consentono di non perdere quell’immobile. Magari ti sei arretrato di tre mesi, sei in difficoltà in quel periodo a pagare l’affitto agenzia per la casa ti affianca, subentra, paga fino a due anni anticipati al padrone di casa di affitto e ti consente di recuperare la morosità in maniera tale che tu vieni supportato ti rimetti in forse non è uno sfratto e quindi non finisci nella lista dell’emergenza abitativa. Quindi anche la contrazione della presenza in emergenza abitativa è dovuta all’inserimento di altri nuclei casi come quelli che voi avete trattato”.

“Se invece si arriva allo sfratto abbiamo un’altra misura che si chiama Progetto Prins, pronto intervento sociale, che interviene immediatamente lì dove c’è la segnalazione dei servizi sociali o del soggetto e mette immediatamente in sicurezza il nucleo familiare per non farlo finire in strada. Naturalmente l’assegnazione di un alloggio in questo caso è provvisoria ma non si arresta il percorso per trovare un alloggio definitivo”.

La critica dal basso

Una critica vi viene mossa, però, in questo momento da parte di chi si occupa dell’emergenza abitativa a Palermo ed è proprio al modo in cui è stata scremata la lista. Si dice, e di questo chiedo conto all’assessore, che in quella schedatura sono stati commessi degli errori. Sono state escluse persone che non dovevano essere escluse.

“Lì dove dovesse è accaduto i soggetti sono stati reintegrati se in presenza dei requisiti. Ci sono casi per i quali non era possibile reintegrarli per mancanza dei requisiti stabiliti dal regolamento comunale. Ma anche la presentazione della lista è passata dall’Osservatorio al quale erano invitate le parti sociali, C’è stata una riunione nella quale non è stata rilevata nessuna irregolarità. Dopodiché ci sono sempre atti amministrativi, sono nella disponibilità di tutti. Riteniamo di poter rispondere con trasparenza a qualsiasi legittima richiesta di chiarimento. Chi ritiene di avere i requisiti venga e sarà ascoltato”.

“Fra l’altro il 31 gennaio riapriamo i termini di iscrizione alla lista per l’aggiornamento annuale. Quindi non è finito il mondo. Il mondo continua e noi dobbiamo continuare a dare risposte a tutti quei soggetti che si trovano in difficoltà. Non è una lista chiusa.

I beni confiscati e le intimidazioni ai legittimi occupanti

A Palermo ci sono da tenere presenti anche altri aspetti. Ad esempio abbiamo raccontato in questi mesi una vicenda preoccupante. Voi state utilizzando anche gli immobili confiscati per mafia e altri reati.  C’è stata una vicenda nella quale uno di questi immobili non si riusciva ad assegnare per una serie di pressioni ambientali che sono arrivate anche agli attentati incendiari.

“Sì. Abbiamo tenuto il punto e lo Stato ha vinto. Abbiamo consentito, ognuno facendo la propria parte, ad un nuovo nucleo familiare con tre figli, di potersi stabilire in quella casa, in sicurezza. Non si sono più rilevati dei fenomeni intimidatori o danneggiatori. L’immobile è sotto attenzione costante, è video sorvegliato h24 dalle telecamere collegate con la control room della nostra Polizia municipale. È una battaglia che abbiamo vinto. Anche l’ultimo immobile che abbiamo assegnato era confiscato alla mafia. Il patrimonio che viene fuori dalle confische diventa prezioso per soddisfare l’emergenza abitativa.

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