- Un bimbo della seconda elementare risultato positivo al Covid19 in una frazione di Monreale
- Tutti i suoi compagni di classe, che sono 14, in quarantena
- Il racconto di una delle famiglie coinvolte in attesa del tampone
“A Pasqua faremo il tiramisù, le ciambelline e tante videochiamate ad amici e parenti. Speriamo che questi giorni trascorrano in fretta. Siamo un po’ preoccupati anche se stiamo tutti bene”. Esordisce così al telefono, nella sua intervista rilasciata a BlogSicilia, una mamma residente in una delle frazioni di Monreale, in provincia di Palermo. Nel piccolo centro 14 bambini, un’intera classe della seconda elementare, si trovano in quarantena.
La scoperta della positività al Covid19 di un bimbo
L’incubo Covid19 per le famiglie è iniziato mercoledì scorso. La donna ci racconta come. “Nel gruppo whatsapp delle mamme dei bimbi della classe è arrivato il messaggio proprio di una mamma in lacrime che ci informava che suo figlio di 8 anni, compagno di classe di mia figlia, era risultato positivo al Covid19. Non aveva avuto alcun sintomo ma era stato sottoposto al tampone in vista di un piccolo intervento chirurgico. Tra l’altro gli è stata diagnosticata la temuta variante inglese”.
Scatta l’allarme
“Il bambino – aggiunge ancora la donna – era andato a scuola sino a due giorni prima della scoperta della positività. Subito è scattato l’allarme. La scuola ci ha inviato una mail con le istruzioni dell’Asp di Palermo su quanto dovevamo fare. Nel documento dell’Asp c’è l’elenco dei bambini sottoposti a quarantena sino all’8 aprile e viene specificato l’obbligo di rispettare le misure di prevenzione elencate”.
Le indicazioni dell’Asp
Le misure di prevenzione del contagio sono: mantenimento dello stato di quarantena; divieto di contatti sociali;
divieto di spostamenti e viaggi; obbligo di rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza; mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro con i conviventi, in particolare con persone anziane o affette da patologie croniche o con multipatologie ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita; misurare la temperatura corporea due volte al giorno (la mattina e la sera).
“Sono regole che cerchiamo di rispettare – dice la donna – anche se è difficile. Come faccio a garantire la distanza interpersonale tra mia figlia, che potrebbe essere contagiata, e l’altra mia figlia maggiore? La piccola è una bimba molto vivace, è abituata a correre e giocare in ogni stanza della casa. E’ una situazione abbastanza complicata. In ogni caso, le mie due bimbe, io e mio marito, ci siamo messi tutti in quarantena”.
L’attesa del tampone
La compagna di classe del bimbo contagiato farà il tampone alla fine della quarantena. “Mi stupisce – prosegue la donna – che nella nota dell’Asp non viene fatto riferimento a cosa devono fare i familiari conviventi a parte garantire la distanza interpersonale. Le restrizioni sono solo per la bambina. E se fossimo contagiati anche noi?
Intanto la scuola ha inviato alle famiglie un’altra mail con un link per la prenotazione del tampone della bimba al drive in della Fiera del Mediterraneo di Palermo. Noi abbiamo deciso che faremo tutti il tampone”.
Il sostegno reciproco
Nel gruppo Whatsapp le mamme della classe cercano di darsi sostegno reciproco. Inviano consigli su come affrontare questi giorni lunghi e difficili di attesa e foto dei loro bimbi impegnati nella realizzazione di biscotti e lavoretti creativi. Carta, colori, forbicine e colla si stanno rivelando molto utili.
“A scuola – osserva la donna – le maestre si impegnano per evitare il contagio ma non è facile. Fanno areare le classi e alcune portano i bimbi a lezione all’aria aperta nel cortiletto adiacente all’istituto. Ma sono bambini piccoli. Quando vado a prendere mia figlia vedo che c’è sempre qualcuno di loro che ha la mascherina abbassata. Si abbracciano o si scambiano i colori. Facciamo di tutto per insegnare ai nostri bimbi le regole anti contagio, ma sono nell’età dei giochi e degli scherzi, è abbastanza complicato”.
La seconda Pasqua in quarantena
Per la famiglia che ci ha raccontato la sua storia sarà la seconda Pasqua tutti chiusi in casa, senza vedere assolutamente nessuno. L’anno scorso per il lockdown, quest’anno per il contagio a scuola.
“Cerchiamo di sdrammatizzare – dice la donna -, sfruttiamo ogni occasione per sorridere e tenerci impegnati ma è una situazione pesante”.
Chiediamo infine una opinione sullo scandalo dei dati sul contagio falsati. “Non mi faccia commentare – conclude – è una vergogna a tutti gli effetti”.
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