Un racconto dell’azione della cittadella “Missione Speranza e Carità” di Palermo.
E’ stato presentato, all’interno della chiesa della struttura, il libro “Qualcosa di prezioso che accade. La Missione di Speranza e Carità raccontata da Biagio Conte a Francesco Inguanti” (People & Humanities 2017).
L’iniziativa è stata organizzata dal Rosalia Pipia, presidente del Centro Culturale “Il Sentiero” in collaborazione con la casa editrice e con la Missione. Il testo raccoglie quattro interviste rilasciate da Biagio Conte a Francesco Inguanti nel corso degli ultimi due anni su aspetti particolarmente significativi della sua vita e della Missione di Speranza e Carità.
“Una testimonianza di una grande storia d’amore, per quelli che sono stati accolti e assistiti in questi anni, per la città di Palermo, per Gesù Cristo nella Chiesa – spiega Rosalia Pipia -. E’ un percorso amoroso di ri-conoscenza, evidenziando come probabilmente solo dall’amore possa l’uomo ri-donarsi a sé stesso tramite l’altro. Grande merito del libro – prosegue –, è riportare la persona di fratel Biagio, spesso circoscritta entro i confini dell’ideale, dell’inimitabile, una figura posta al di fuori delle nostre possibilità, alla sua misura più umana e vicina a ciascun o di noi”.
Alessandra Turrisi, che ha seguito negli anni le vicende gioiose e tortuose di fratel Biagio e della Missione, ha letto parte dell’introduzione del libro di Inguanti: “Intervistare fratel Biagio richiede un’ascesi ed ha sintetizzato il suo pensiero con la parola ‘profezia’. Fratel Biagio è un profeta perché vede dove noi non riusciamo a vedere e in tal modo raggiunge obiettivi che a noi paiono irraggiungibili. La testimonianza di tutto ciò – è scritto proprio nell’introduzione – è il luogo in cui ci troviamo che a detta di molti sembrava impossibile rendere così bello e accogliente”.
Salvatore Taormina è partito, poi, dagli interrogativi che la lettura del libro suscita ponendo le basi per una riflessione: “Dinanzi a esempi che sconvolgono ogni costruzione e valutazione razionale sul reale, – ha detto -, dinanzi a gesti come quelli di Biagio Conte, il rischio è quello di rifugiarsi in una preventiva e cautelativa presa di distanza. Ma il buco nero in cui precipita l’esistenza di un barbone è poi così diverso dal sentimento che talvolta domina in noi e affonda in noi in una quotidianità spesso ripetitiva e ultimamente capace di senso?”.
Un racconto in prima persona dell’incontro con Fra Biagio, infine, da parte di don Pino Vitrano suo fedele compagno fedele. Una sua testimonianza accorata e intensa ha permesso di riscoprire come la compresenza armoniosa della preghiera, della condivisione, del perdono, dell’accoglienza e della presenza di Dio all’interno della Missione di Speranza e Carità, siano elementi necessari affinché oggi e sempre qualcosa di prezioso possa accadere.
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