Insorgono Pd e Movimento 5 Stelle e altre forze politiche nei confronti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Patuanelli. La richiesta, avanzata anche al presidente della regione Musumeci, è d’impedire i tagli ai fondi del PSR. Con la rimodulazione del PSR potrebbe arrivare una flessione di circa 40 milioni per le imprese del sud.
Giuseppe Lupo capogruppo Pd all’Ars, insieme ai deputati Michele Catanzaro e Nello Dipasquale, a margine della commissione congiunta Unione Europea e Attività produttive, nel corso della quale il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli ha confermato che l’adozione di diversi criteri di riparto penalizzerebbe la Sicilia a vantaggio delle regioni del nord, ha chiesto a Musumeci di “alzare la voce per impedire che si cambino i criteri di riparto del PSR per gli anni 2021-2022 che per regolamento comunitario sono una proroga del ciclo 2014/2020”. Il Pd ha proposto una risoluzione per difendere fondi indispensabili per le imprese agricole siciliane. ““Sarebbe una sconfitta per la Sicilia – aggiungono i deputati del PD – che penalizzerebbe ancora una volta l’agricoltura siciliana che da troppo tempo attende le risorse necessarie per uscire dalla crisi”.
Dello stesso avviso è l’europarlamentare ex M5S Corrao secondo cui il fatto che il ministero per l’agricoltura decida rimodulare i criteri per l’assegnazione dei fondi per il comparto tagliando soldi alle regioni del Mezzogiorno è un problema politico non di poco conto. “Le scelte politiche del governo Draghi di cui Patuanelli è un illustre esponente – sottolinea Corrao – danneggiano le imprese del Sud. Qualsiasi fondo UE, a partire dalla PAC, passando per i fondi strutturali, è destinato a colmare le differenze strutturali tra le regioni. Se la Sicilia riceve di più, non è perchè sia avvantaggiata, ma anzi perché ha delle carenze più profonde rispetto alle altre regioni che negli anni hanno avuto più investimenti”.
I deputati regionali del Movimento 5 Stelle si dicono preoccupati per le parole espresse dal ministro per l’agricoltura Patuanelli in merito al taglio di fondi PSR per il Sud e la Sicilia. “Patuanelli lasci invariata almeno la dotazione finanziaria almeno per tutta la durata della programmazione in corso nel rispetto dei vigenti regolamenti comunitari”, dicono in una nota. “Si tratta di una richiesta impossibile dal punto di vista tecnico – affermano – dato che il periodo 2021-2022 è una proroga del ciclo 2014-2020 che non può certamente essere modificato in corso d’opera”.
“Il ministro dell’Agricoltura Patuanelli si è consegnato alle lobby del nord e andrà avanti con il vergognoso tentativo di sottrazione ai nostri danni dei fondi PoFeasr per gli anni 2021 e 2022” queste le parole del presidente della Commissione per l’Esame delle Attività dell’Unione Europea Giuseppe Compagnone (Mna). “Con un autentico raggiro, in spregio di quanto previsto dai regolamenti europei, si vogliono togliere dalle disponibilità delle regioni del Sud circa 400 milioni di euro, 120 milioni solo alla Sicilia, per consegnarli surrettiziamente nelle mani delle grandi imprese del Nord – aggiunge Compagnone che prosegue – voglio precisare che si tratta di risorse che sono ontologicamente destinate al Sud. Deviarle verso i territori più sviluppati determinerebbe un notevolissimo aumento del divario tra i territori agricoli e rurali”.
Intanto si è svolta l’audizione del ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, in commissione Attività produttive all’Ars sulla questione. Il ministro ha ribadito che la riduzione dei fondi è ben inferiore rispetto alle cifre circolate sui mezzi d’informazione e che tra le regioni non si è riuscito ad arrivare a un criterio condiviso: sarà quindi il Consiglio dei ministri, su proposta del ministero dell’Agricoltura, a stabilire i nuovi criteri. Angela Foti, deputata di Attiva Sicilia che ha presieduto l’audizione, ha voluto ribadire che “non è possibile togliere alla Sicilia un solo euro in un comparto così importante come quello dell’agricoltura. Ormai molti giovani stanno investendo sull’agroalimentare, scommettendo su coltivazioni non intensive, molte volte in biologico. Puntare alla modifica di un pilastro del Feasr senza unanimità e in un periodo transitorio risulta veramente incomprensibile. Il governo nazionale dice che vuole aiutare il Sud ma come pensa di farlo se poi riduce le risorse?”.
Anche Sergio Tancredi, deputato di Attiva Sicilia, è intervenuto per lanciare un appello a tutti i parlamentari siciliani e del Sud a fare fronte comune per evitare questo scippo. La Sicilia e il Sud non possono ricevere nessuna riduzione, anzi servirebbero più fondi: si è trattato di un anno drammatico per la pandemia, ma la crisi al Sud, che parte da un grande svantaggio, si sente molto di più che al Nord. Qui la gente fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena e finora gli imprenditori hanno ricevuto solo briciole dai ristori. E pensare che possano ricevere anche un euro meno li getta nella disperazione”.