“E’ ora di dire basta“: si solleva unanime l’appello da parte dei medici e degli psichiatri di Palermo che, questo pomeriggio, hanno deciso di fare un sit-in presso la sede dell’ordine di via Padre Rosario da Partanna, a Pallavicino, per ricordare la memoria di Barbara Capovani, psichiatra morta a fine aprile dopo essere stata aggredita da un suo ex paziente a Pisa. Alla manifestazione, organizzata dall’ordine dei medici di Palermo, dal dipartimento di Salute mentale dell’Asp di Palermo e dall’Associazione italiana donne medico (Aidm), seguirà una fiaccolata che partirà, intorno alle 20, da piazza Castelnuovo.
Il sit-in all’ordine dei medici
Un momento di riflessione figlio della volontà di manifestare il proprio sconforto rispetto a quanto avvenuto alla collega in Toscana, ma anche per sottolineare le difficoltà vissute giornalmente dai professionisti all’interno delle strutture sanitarie. “E’ ora di dire basta – ha dichiarato Maurizio Montalbano, Direttore Dipartimento Salute Mentale Asp Palermo -. Quotidianamente subiamo delle aggressioni. Il problema fondamentale sta nella chiusura degli ospedali psichiatrici-giudiziari e in una non adeguata sostituzione con i posti letto nelle REMS. Regolarmente, ci troviamo a gestire autori di reato, affetti da disturbi di personalità che non rispondono a terapie di alcun tipo. Situazioni in cui c’è bisogno di una gestione del paziente più che di una cura. Il resto è consequenziale”.
Un sit-in che Giovanni Merlino, vicepresidente dell’ordine dei Medici di Palermo, definisce un’azione dovuta per manifestare il nostro cordoglio ai familiari della collega barbaramente uccisa. Un momento di solidarietà dell’ordine e di vicinanza a tutti i colleghi che, quotidianiamente, rischiano di essere aggrediti”. Un fenomeno che, ricorda Merlino, vanta purtroppo una casistica decisamente troppo lunga. “Il caso di Barbara Padovani è l’ennesimo episodio di una lunga scia di violenza. Esattamente dieci fà veniva uccisa Paola Labriola, anche lei psichiatra. Le manifestazioni di cordoglio e solidarietà di allora e quelle di oggi sono uguali. Non è cambiato nulla“.
“Parliamo di persone che si prendono cura di un altro essere umano – prosegue Merlino -. Un medico, un professionista che dedica la propria vita a prendersi cura di chi attraversa un momento di malattia o di debolezza. Siamo un po’ stanchi dell’ipocrisia, di questa deriva culturale. Non ci sono ansie o attese che possano giustificare la violenza nei confronti di chi si sta prendendo cura di un altro essere umano”. Un sit-in al quale, questa sera, si affiancherà una fiaccolata che partirà, intorno alle 20, da piazza Castelnuovo.
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