Da anni attendono di essere stabilizzati o assunti. Sono gli oltre cinquemila infermieri siciliani precari e disoccupati.
Una categoria davvero numerosa che spera si concretizzino presto lo sblocco delle assunzioni ed i nuovi concorsi in sanità.
Stamane Palermo è protagonista della loro mobilitazione, indetta dal sindacato autonomo Nursind, per chiedere risposte in merito al futuro.
Le prime assunzioni nelle Asp e negli ospedali siciliani avrebbero dovuto partire a maggio, ma nulla è accaduto. La situazione è ancora ferma, perché Roma, prima di dare l’ ok alle assunzioni ha chiesto alla Sicilia di rimodulare la rete ospedaliera regionale, allineandola alle norme nazionali, intervento che dovrebbe portare, tra l’altro, all’accorpamento di un centinaio di reparti.
Senza la nuova rete ospedaliera, non è possibile avere cognizione del fabbisogno del personale, e quindi capire chi deve essere assunto e dove.
“Basta attese e proclami – dice Francesco Frittitta, coordinatore regionale del Nursind, intervenuto ieri mattina a Ditelo a Rgs -. Bisogna subito sbloccare i concorsi nella sanità. La Regione proceda col via libera alle aziende sanitarie che hanno i soldi e le dotazioni organiche approvate”.
“Tra l’ altro – aggiunge Frittitta -, secondo studi dell’ Ocse il rapporto tra medici e infermieri deve essere di almeno 3 infermieri ogni medico, mentre in Sicilia si stima che il rapporto sia di 0,8 medici ogni infermiere, cioè quasi uno a uno“.
Una situazione che genera preoccupazione legata ad i rischi per i degenti, ai quali non viene erogato il servizio che meriterebbero.
“Secondo un recente studio – spiega il sindacato in una relazione presentata due giorni fa anche alla commissione Sanità all’ Ars – realizzato dall’ Università di Genova assieme a docenti italiani e della Pennsylvania University ha confermato che il numero massimo di pazienti che possono essere assegnati a ogni infermiere è 6. Per ogni ulteriore paziente aumenta del 7% il rischio di mortalità legato a complicanze. In Sicilia siamo a una media di un infermiere ogni 11 pazienti. Nelle Terapie intensive il rapporto ottimale è un infermiere ogni 2 pazienti, mentre in quasi tutte le unità il rapporto è di 1 su 3 o addirittura su 4”.
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