A Palermo strade invase dagli studenti che protestano contro il Governo meloni e i primi provvedimenti decisi dall’esecutivo. Per le strade del capoluogo anche cortei non organizzati da parte di scolari che provengono anche da alcune scuole della provincia per sfidare soprattutto il decreto “anti-rave” del Governo Meloni. La manifestazione arriva in occasione della giornata internazionale degli studenti del 18 novembre.
Sono partiti in tanti da diverse scuole e stanno paralizzando il traffico e la città da questa mattina. Gli studenti dell’istituto Pietro Piazza hanno persino invaso la Stazione centrale in più di 50; bloccato il traffico anche via Dante e via Parlatore. Tanti gli striscioni e gli slogan contro l’esecutivo di destra. Nello striscione di testa si legge “Una scuola pubblica e di qualità ce la meritiamo tutti”. Accanto, le facce di Meloni, Salvini e Piantedosi, Ministro degli Interni che ha lavorato al testo del nuovo decreto anti-rave. Ma gli studenti accusano il nuovo Governo di voler usare la norma per colpire le espressioni di dissenso. In piazza, tra le varie scuole, ci sono gli studenti del liceo scientifico Einstein, l’I.P.S.S.E.O.A Pietro Piazza, l’I.I.S.S Gioeni Trabia, il liceo artistico Catalano, il liceo Basile-D’Aleo di Monreale, l’I.I.S.S. Ferrara, l’I.I.S.S. Medi, l’I.S. Majorana e il convitto Maria Adelaide.
Tra gli studenti in corteo c’è Giorgio Caruso, portavoce del Coordinamento Studenti Palermitani. “La scusa – spiega – è quella di bloccare i rave e tutelare l’ordine e la salute pubblica, ma nel testo non si menziona neppure una volta la parola rave e anzi si specifica di voler inasprire le pene a chiunque si rende protagonista di un generico raduno, che prevede l’occupazione di una struttura pubblica o privata e include più di 50 persone”.
Gli studenti contestano i criteri in cui stato scritto il decreto che penalizzerebbe non solo i rave party ma anche forme di eventi in cui si associano persone per altri scopi. “Il criterio è generico e l’applicazione lasciata all’arbitrarietà delle singole questure, che potrebbero usare il decreto contro le occupazioni politiche, portate avanti per ridare vita a un edificio abbandonato, o contro un raduno non autorizzato in piazza per manifestare dissenso. L’obiettivo della norma è proprio colpire e ostacolare le esperienze più organizzate che potrebbero creare opposizione sociale a questo Governo”.
C’è poi la questione legata all’alternanza scuola-lavoro che solo nello scorso ha provocato la morte di tre studenti durante stage lavorativi e la richiesta al nuovo Governo di lavorare per aumentare gli investimenti sulla scuola pubblica. Accanto ai temi di opposizione al nuovo Governo, soprattutto in riferimento al cambio di nome del Ministero, diventato dell’Istruzione e del Merito, ci sono le richieste che gli studenti fanno da anni. “Scendiamo in piazza per dire basta morti di alternanza scuola-lavoro, per pretendere investimenti per le nostre scuole fatiscenti che rischiano di crollarci addosso dall’oggi al domani. Vogliamo edifici a norma e adeguati a contenerci tutti. Queste, sono le condizioni minime per poter essere liberi d’immaginare un futuro dignitoso nella nostra terra”, ha fatto sapere ieri Caruso.