Dalla Sicilia centrale a Palermo per portare sotto ,il palazzo della Regione la loro protesta di comitati e semplici cittadini contro una distribuzione idrica inadeguata e soprattutto non equa.
A scendere in strada per chiedere al governatore Schifani un incontro per parlare di crisi idrica e disagi, centinaia di persone, tutte proveniente dalle province di Enna, Caltanissetta e Agrigento, affiancate da alcuni deputati d’opposizione dell’Assemblea Regionale Siciliana.
“Non è una situazione più sostenibile – urla al megafono una donna originaria di Caltanissetta del Comitato delle mamme – abbiamo poca acqua con una pressione molto spesso insufficiente. Mandiamo i nostri figli a scuola sporchi e con i grembiuli macchiati. Diteci voi se è modo in cui trattare le persone”. Il dramma di migliaia di famiglie del centro Sicilia costrette per colpa della siccità a lavare i vestiti una volta alla settimana utilizzando l’acqua minerale comprata al supermercato. Tutto questo a meno di cinque giorni dalla crisi della diga Ancipa, ormai ridotta a pozzanghera, che dal 15 novembre fornirà soltanto 13 litri al secondo in 5 comuni dell’ennese, lasciando centinaia di siciliani a secco.
Tra le tante voci che si sentono durante il corteo, ad attirare l’attenzione è quella di una donna, visibilmente affranta dalla situazione che va avanti ormai da mesi. “Sembra che qualcuno non ci veda come umani – racconta a BlogSicilia.it – ma bestie. Anzi peggio, perché loro degli animali hanno molto più rispetto. Siamo venuti qua a chiedere al presidente Schifani un incontro pacifico e per capire come poter migliorare la nostra situazione. Se non si fa qualcosa il prima possibile, non abbiamo idea di come potrebbe andare a finire”. Tante le idee proposte per scongiurare il peggio, ma l’idea che convince di più cittadini e amministratori locali del centro Sicilia sembra essere l’installazione strategica di alcuni dissalatori.