Protesta a Palermo contro la Eni, il colosso petrolifero, da parte di un collettivo di associazioni. Il logo Eni decapitato, il cane a sei zampe che brucia il mondo e la scritta “Stop greenwashing”. Questi i murales comparsi questa notte davanti allo stabilimento che si trova nel quartiere Brancaccio. La protesta, spiega il collettivo ecologista A.P.E, organizzatore della mobilitazione, dopo che “lo scorso 7 dicembre è stato siglato un protocollo d’intesa tra Anci Sicilia, Eni e Comune di Palermo per avviare attività di divulgazione e promozione del “green”, una sorta di consulenza ecologica. Il collettivo contesta la scelta di affidare a Eni questo compito.
Il collettivo ecologista A.P.E. è una realtà cittadina nata dal basso che, riconoscendo l’intersezionalità delle lotte e la matrice culturale e sociale che sta alla base della crisi climatica, ha deciso di dotarsi dell’arte militante come uno degli strumenti di lotta. “Non ci lasciamo ingannare dalla nuova identità di Eni, Plenitude, ma anzi ne riconosciamo l’ipocrisia – scrivono in una nota -. Ricordiamo infatti che la completa decarbonizzazione da parte di Eni è prevista solo nel 2050, mentre fino al 2030 è prevista un’intensificazione dell’attività estrattiva di petrolio e gas, e inoltre, per ogni 100 euro investiti da parte della nota multinazionale, meno di 20 vengono effettivamente destinati ad attività green ed ecologiche”.
Per questo il Collettivo contesta la volontà del comune di Palermo di stringere accordi con il colosso energetico. “Basti pensare – dice il collettivo – al tristemente famoso disastro di Beyalsa in Nigeria, ai territori martoriati di Gela, Brindisi e Porto Marghera. La scelta da parte del Comune di Palermo di affiancarsi a Eni, appare inoltre priva di ogni giustificazione considerando l’adesione da parte dell’amministrazione comunale, sempre nel dicembre 2020, al progetto internazionale “stop global warming” sottoscrivendo la proposta di un prezzo minimo per le emissioni di CO2, e dichiarando di puntare sull’uso di fonti rinnovabili. Con questa azione abbiamo voluto affermare in maniera inequivocabile che questa amministrazione comunale sempre più deludente non ci rappresenta e non ci appartiene” concludono i militanti e le militanti del collettivo.