Prosegue, al Teatro Libero di piazza Marina a Palermo, venerdì 19 maggio (dalle ore 21), la seconda giornata della tredicesima edizione del festival internazionale Presente Futuro ’18, dedicato alle arti performative della scena contemporanea da giovedì 17 a sabato 19 maggio 2018.
Sono undici i progetti in scena a Teatro Libero, undici spettacoli che vedono come protagonista la contaminazione tra le discipline della danza, del teatro, della performance e del circo contemporaneo, in una tre giorni ideata, promossa e fortemente voluta dalla direzione del Centro di Produzione di piazza Marina. In arrivo da Francia, Germania, Svizzera e naturalmente dall’Italia (due le presenze palermitane) i progetti si contendono cinque premi assegnati da una giuria internazionale. Presente anche un progetto fuori concorso – “Everything is ok” di e con Marco D’Agostin – frutto della collaborazione con il Be Festival di Birmingham, una delle sinergie che quest’anno coinvolgono altre realtà nazionali e internazionali: FITT Festival di Terragona, il Teatro San Materno di Ascona, il DSAS dell’Università La Sapienza di Roma e anche il sostegno dei Cobas con un Premio.
La serata di venerdì 18 maggio vede in scena il progetto vincitore dell’edizione 2018 del Minimo Teatro Festival, “Rukelie”, di Peppe Millanta con Antonio De Nitto, seguito dal progetto palermitano “Blu Ottobre”, di e con Maria Stella Pitarresi, una danza che attraverso un passato scalzo cerca di superare ottobre, blu come la solitudine, per vedere l’alba della primavera. Poi, “Forward”, diretto e interpretato dal danzatore svizzero Edouard Hue, spettacolo basato sul desiderio e sull’urgenza di continuare a evolversi e di “andare avanti”. La seconda giornata si conclude con il progetto veneto “Selfie” di Giulio Boato, che indaga il rapporto che ciascuno di noi ha con il proprio corpo, con la propria immagine, in pubblico e in privato, attraverso la pratica così diffusa del selfie.
Programma di venerdì 18 maggio – Ingresso alle 20.45
RUKELIE
di Peppe Millanta (20’circa)
Il monologo narra la storia del pugile sinti Johann Trollmann, una delle vittime dimenticate del porajmos, il genocidio degli zingari durante la seconda guerra mondiale. Dopo essere stato campione di boxe in Germania, viene sterilizzato e mandato in un campo di sterminio, dove morirà dopo un ultimo incontro di pugilato per la vendetta di un Kapò, riuscendo però ad infondere coraggio e speranza agli altri detenuti sinti che erano con lui.
Progetto vincitore del Minimo Teatro Patafisico 2018 “Per la tematica difficile ma sempre viva che si riferisce all’emarginazione di una minoranza”.
diretto e interpretato da Antonio De Nitto – Compagnia Macondo (Bologna-Pescara)
BLU OTTOBRE (20’circa)
Cosa accade quando ogni passo è una conquista scandita dai rintocchi esitanti di una voce abituata al suo silenzio? Si può decidere di percorrere una strada o molte, nel tentativo di avvicinarsi a una figura conosciuta, i cui tratti sono andati perdendosi nel tempo. Ottobre è blu, così come la solitudine, ed è ingombro di un passato scalzo. Passi che in spazi lunghi e stretti risuonano di una bianca consapevolezza che il tempo si sarebbe incaricato di ritrovare. Conta solo osare, attraversare la soglia, apprestarsi, come eroina, alla propria vestizione, per scoprirsi lì, integra e accesa, non più timorosa di farsi alba di se stessa. Così, lungo il percorso, Ottobre si trasforma e si colora di nuovo senso.
di e con Maria Stella Pitarresi – A. C. Arterìa Mediterranea Amedì – Palermo
FORWARD (20’circa)
di e con Edouard Hue
Beaver Dam Company – Svizzera
“Forward” è basato sul desiderio e l’urgenza di continuare ad evolversi, concentrandosi sul corpo, sui suoi sentimenti ed emozioni, così come sulla maniera di attirare lo sguardo del pubblico. Il fulcro dell’intera coreografia è infatti l’onnipotenza del corpo e le sue infinite possibilità di trasformazione. Una danza che incarna la lotta perpetua dell’essere umano di fronte alla ricerca di vie per evolversi e cambiare. Come suggerisce il titolo, il desiderio di alimentare questo movimento perpetuo è reso attraverso la potenzialità del corpo e la sua incontenibile ossessione a voler andare avanti.
Assistente di creazione Yurié Tsugawa, musiche di Charles Mugel, light designer Arnaud Viala. Con il supporto di Danse & Dramaturgie, un’iniziativa di Théâtre Sévelin 36, in associazione con Dampfzentrale Bern, Tanzhaus Zürich, TU-Théâtre de l’Usine, ROXY Birsfelden
SELFIE (20’circa)
di Giulio Boato
Produzione DOYOUDaDA – Venezia – Coproduzione Teatro del Lemming – Rovigo
Fino a che punto le nostre azioni sono influenzate dallo sguardo altrui? Cosa determina l’identità, il genere, la personalità? E in che modo le tecnologie esasperano il rapporto con la nostra immagine?La pratica contemporanea del selfie è rivelatrice della percezione di noi stessi, in relazione agli altri. La performance indaga proprio il rapporto che ciascuno di noi ha con il proprio corpo, con la propria immagine, in pubblico e in privato. Tramite un viaggio alla riscoperta di se stessa, la figura in scena, franta in due corpi (l’interno e l’esterno della stessa persona), cerca di ritrovare la propria integrità.
Con Alessia Barbiero e Juliette Fabre, voce off Francesco Zanetti, Emanuela Villagrossi, musiche di Lorenzo Danesin, consulente scientifico Tito Panciera, consulenza coreografica Lara Russo, foto di scena Marina Carluccio e con il sostegno di: Centre culturel de Montignac (FR).
La giuria è internazionale ed è composta dal direttore del Birmingham European Festival (BE FESTIVAL) Miguel Oyarzun, dal direttore del Festival Internacional de Teatre de Tarragona (Fitt) Joan Negrié, dalla direttrice artistica dell’Anghiari Dance Hub Gerarda Ventura, dallo storico del teatro Nicola Fano e dal professore del Dipartimento di Storia dell’arte e dello spettacolo della Sapienza di Roma, Stefano Locatelli.
PresenteFuturo ’18 festival è sostenuto dal MIBACT, ideato dal Teatro Libero di Palermo in collaborazione con BE Festival Birmingham, FITT Festival Tarragona, Teatro San Materno di Ascona, in collaborazione con il progetto “Per fare il teatro che ho sognato” del Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo dell’Università di Roma – La Sapienza, e i COBAS per il progetto “Zero in condotta”.
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