Sarà firmato sabato 10 settembre il patto per la Sicilia, parte integrante del patto per il sud. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi. Nello stesso giorno Renzi firmerà anche il Patto per la Puglia. Renzi prima firmerà il documento in Puglia poi arriverà in Sicilia.La firma avverrà ad Agrigento, nella Valle dei templi, durante una cerimonia davanti al Tempio della Concordia.Poi il Premier resterà in Sicilia per partecipare, domenica, alla Festa dell’Unità a Catania.
Si tratta di un patto che porterà nell’isola investimenti per 2 miliardi e 300 milioni in base al documento di programmazione pronto già da luglio e che la giunta regionale aveva varato e sottoposto alla presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il patto contiene al suo interno i due patti metropolitani di Palermo e di Catania già firmati e operativi con i rispettivi sindaci metropolitani Leoluca Orlando ed Enzo Bianco. Una scelta precisa quella di Renzi che in occasione di quelle firme venne in Sicilia in visita ufficiale, anche in quel caso per un sabato in giro per l’isola e non soltanto.
gioisce per l’arrivo di questi fondi il sottosegretario all’Istruzione davide faraone, primo renziano di Sicilia che su twitter commenta: “Ancora investimenti per rilancio #Sud Paese. Sabato tocca a Patti per #Sicilia e #Puglia. Governo nazionale punta su Mezzogiorno per ripresa”.
Già noti quasi un terzo dei finanziamenti che saranno attivati grazie proprio ai patti per Palermo e Catania. nel capoluogo siciliano il patto vale quasi 332 milioni fra cui campeggiano chiusura dell’anello ferroviario, nuove opere sulla circonvallazione, potenziamento dei trasporti pubblici, potenziamento delle reti telematiche comunali e del wi-fi pubblico. Il Piano presentato dal Comune a gennaio prevede diversi interventi strutturali, per un importo complessivo di quasi 332 milioni di euro nell’ambito del più ampio “Patto per il Sud” cui sta lavorando il Governo nazionale.
Tra gli interventi previsti c’è il potenziamento del sistema di trasmissione dati dell’Amministrazione comunale e del wi-fi pubblico; il potenziamento del bike e car-sharing; interventi volti alla mitigazione del rischio idrogeologico;
interventi di riqualificazione della Circonvallazione e la messa in sicurezza della viabilità interna; la chiusura dell’Anello ferroviario; il restauro del Teatro Massimo e sviluppo di attività culturali per la massima fruizione da parte di giovani e famiglie; lo sviluppo di un sistema di comunicazione e informazione turistica; la riqualificazione di alcuni spazi urbani; interventi volti allo stimolo della socialità e partecipazione dei giovani; il potenziamento dei sistemi di comunicazione e coordinamento della Polizia Municipale; interventi di edilizia scolastica in diverse aree della città; la creazione di un laboratorio partecipato per l’auto imprenditorialità sostenibile.
Quasi 500 milioni vale, invece, il patto per Catania. Per l’area etnea, fra gli interventi previsti, c’è la metropolitana leggera, i fondi per Librino e per il teatro Moncada dello stesso quartiere, il potenziamento della banda larga ed il recupero del PalaNesima e la riqualificazione della zona industriale.
Ai tempi di Scapagnini si realizzarono diverse infrastrutture che hanno cambiato il volto della mobilità cittadina: la modernizzazione della circonvallazione, i parcheggi scambiatori, il nodo di viale Lainò e altri accessi alla città.
Certo, non mancano le incompiute legate anche a vicende giudiziarie, si pensi ad esempio al nodo di viale Alcide de Gasperi, mai allacciato alla circonvallazione che avrebbe coronato l’idea di Scapagnini del waterfront (ouoterfront come diceva il sindaco nato a Napoli) sull’attuale lungomare. Ma c’era anche il progetto di una seconda circonvallazione urbana che di fatto non ha mai visto la luce se non in alcuni piccolissimi tratti.
Nel Patto per Catania, Renzi fa arrivare in città fondi che dovrebbero rimettere in moto soprattutto l’edilizia, motore dell’economia catanese. Anche il tempismo ricorda quello dei primi anni 2000: le gru entrarono in azione perlopiù nel 2004, un anno prima delle Amministrative che videro la riconferma di Scapagnini.
Il Patto può essere quindi la chiave di volta per il rilancio anche in chiave politica dell’attuale amministrazione e soprattutto di Enzo Bianco. Qualora decidesse davvero di ricandidarsi.
Più in generale il patto per la Sicilia prevede, secondo quanto dichiarò crocetta a margine della firma a Palermo, 1000 cantieri e lavoro per migliaia di persone. Interventi nella viabilità, nel settore edile, nelle infrastrutture della Sicilia centrale, nelle bonifiche
Commenta con Facebook