“È ora di cambiare marcia, di non guardare indietro ma avanti. Il Pd che ho sempre immaginato è un Partito che sa ascoltare, sa confrontarsi anche aspramente ma alla fine decidere. Una comunità politica con una visione del futuro e valori comuni che vuole mettere in gioco.”.
Lo scrive sul suo blog Davide Faraone, di fatto il rappresentante principale dei renziani di Sicilia, che rilancia il concetto di primarie per la Regione facendo un passo avanti rispetto agli altri dopo la sconfitta referendaria, di cui peraltro a livello siciliano si era assunto la responsabilità e ribadendo che il percorso non cambia: “Proprio per questo è necessario aprire una nuova stagione di ascolto e coinvolgimento – scrive Faraone- tornando nei territori, nelle piazze, nei mercati, nei circoli per capire cosa vogliono i siciliani, come immaginano il futuro. Un processo aperto, plurale, inclusivo, che coinvolga. Un processo che parta dai cittadini e che abbia proprio loro al centro. Temi come il lavoro, lo sviluppo, la lotta all’emarginazione, l’inclusione sociale che riguardi tanto i nostri giovani quanto i diversamente abili”. Insomma un cambio di pagina rispetto all’attuale situazione politica in Sicilia ed al Governo regionale guidato da Rosario Crocetta che poco meno di un anno fa lo stesso Faraone aveva sconfessato, e non per la prima volta, dicendo che se lo avesse appoggiato sarebbe stato “da tso”.
“Un percorso che abbia il suo sbocco naturale nelle primarie per la scelta del prossimo candidato alla Presidenza della Regione. Ma quando dico primarie intendo parlare di partecipazione. Non dobbiamo commettere l’errore di ridurre tutto a una girandola di nomi, a querelle personali alle quali i cittadini non sono per nulla interessati. È ora di confrontarsi su idee, progetti e programmi, sulla nostra visione del futuro. Come immaginiamo la terra che lasceremo ai nostri figli? Come rispondiamo al profondo disagio sociale che ormai riguarda fette sempre più ampie della società? Come creiamo sviluppo e quindi lavoro? Come aiutiamo i nostri figli ad acquistare una prima casa e a costruirsi una famiglia? Sono queste le domande a cui il Pd siciliano deve rispondere iniziando da subito. Dobbiamo scongiurare il rischio di parlarci addosso”.
“Dobbiamo ‘bandire’ quelle discussioni interne che sono espressione della peggiore politica autoreferenziale. Dobbiamo invece partire dalla sconfitta al referendum ma senza piangerci addosso, senza notti dai lunghi coltelli, con la consapevolezza che dobbiamo dar vita a un nuovo inizio e che dobbiamo farlo adesso, consci degli errori commessi, prendendo atto di quanto la gente ha voluto dirci. Sono sicuro che nessuno si sottrarrà al confronto e al dibattito, men che meno al giudizio della gente, degli elettori per strada e, poi, ai gazebo”. “Io sono pronto, e voi?” conclude sfidando tutti.