Promozione in massa per 1400 dirigenti della Regione siciliana. Quasi esaurita la fascia apicale della dirigenza siciliana per scavalcare il problema e utilizzare in qualsiasi ruolo anche i dirigenti di seconda e terza fascia la Commissione Affari Istituzionali dell’Ars ha approvato un emendamento alla finanziaria che da vita al ‘ruolo unico della dirigenza’.
Si tratta di un adempimento previsto già dalla riforma Capodicasa, la legge 10 del 2000 ma che non era mai stato appllicato e soprattutto che aveva uno scopo diverso: non promozioni di massa ma un unico bacino di riferimento dei dirigenti.
Al momento la legge stabilisce il ruolo unico per la dirigenza regionale ma prevede la classificazione in tre fasce, il transito da una all’altra può avvenire attraverso concorsi interni che in 17 anni non sono mai stati espletati. In prima fascia non c’è più alcun dirigente – gli ultimi sono andati in pensione qualche anno fa – mentre quelli di seconda sono una quarantina, tutti gli altri appartengono alla terza fascia. L’emendamento consente a chi si trova in terza fascia di passare alla seconda e siccome in prima non c’è più nessuno, l‘intera platea dirigenziale sarà collocata in una sola fascia.
Contro questa scelta scendono in campo i sindacati autonomi che in regione sono ancora maggiormente rappresentativi risèpetto ai confederali. Per il Cobas/Codir la norma “così come definita appare illegittima e incostituzionale. Per potere procedere con l’avanzamento di carriera bisogna adottare una procedura ad evidenza pubblica e questo vale anche nel caso specifico della dirigenza regionale”.
Di fatto, dunquq, serve un concorso a tutti gli effetti “Che deve avere anche una riserva per i funzionari che abbiano i titoli per poter accedere al ruolo e una quota per gli esterni. Detto questo noi siamo favorevoli all’abolizione della terza fascia, un’invenzione della politica siciliana solo per motivi clientelari”.
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