chiesti chiarimenti al ministro bussetti e il ritiro della sospensione

Prof sospesa per video studenti su Salvini: solidarietà dal mondo politico e della scuola

“Davvero un’insegnante dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo è stata sospesa dal servizio per non aver impedito che gli studenti criticassero il ministro Salvini? Il ministro dell’Istruzione Bussetti chiarisca cosa è accaduto, siamo di fronte ad un episodio gravissimo”.

Lo dice il deputato del Partito democratico e segretario metropolitano di Palermo, Carmelo Miceli. “Ritenere un’insegnante responsabile – prosegue – di quello che pensano liberamente, eventualmente anche in modo non condivisibile, degli studenti rappresenta una deriva censoria senza precedenti. Il prossimo passo sarà obbligare i ragazzi a sventolare le bandierine della Lega al passaggio del ministro, oppure imporre l’iscrizione al VinciSalvini?”.

“La libertà di opinione degli studenti, e anche il solo fatto di ritenere le norme sull’immigrazione del decreto Salvini tanto disumane quanto le leggi razziali, non può essere un reato, certamente non lo è, per Costituzione”. LO dice il senatore e segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone.

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È un reato impedire la critica, che è un diritto sacrosanto in una democrazia. Ancor più grave – aggiunge Faraone – è se, per censurare i legittimi punti di vista, si mette in moto una sorta di macchina della paura, dell’intimidazione, con il Miur che sospende un’insegnante per una fantomatica omessa vigilanza sugli studenti e con la Digos che entra nelle classi per interrogare i ragazzi.
Prima gli striscioni sequestrati, entrando in abitazioni private o strappandoli dall’esterno, con scale dei Vigili del Fuoco, poi i cellulari sequestrati e le identificazioni per chi legittimamente esprime contrarietà rispetto alle politiche di Salvini ed infine il bavaglio all’informazione con i casi Fazio e Radio Radicale. Ma dove ci vogliono portare?”.

Mila Spicola, candidata alle prossime elezioni europee tra le fila del Partito democratico, dice: “Sono solidale con la collega, si tratta di una vicenda grottesca e pericolosa. Il video è stato prodotto dagli studenti e nella scuola vige libertà d’insegnamento e pluralismo delle idee. È un mandato costituzionale che non può essere messo in discussione. Se deve essere questa la punizione per chi applica regole di pluralismo, libertà e discussione nelle classi coi propri studenti allora sospendete anche me“.

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“Alcuni studenti accostano Salvini al fascismo, cosa che peraltro fa spesso anche lo stesso Salvini amico di Casapound, e il ministero decide una sanzione durissima, con sospensione e dimezzamento dello stipendio per l’insegnante, accusata di non aver impedito quell’accostamento. Il prossimo passo è il ritorno dell’Opera nazionale balilla? L’episodio di Palermo richiede immediati chiarimenti ufficiali del ministero dell’Istruzione. Qualcuno vuole trasformare la scuola italiana in una caserma?”. Lo scrive su facebook la vicepresidente del Pd e capogruppo dem in commissione Cultura alla Camera, Anna Ascani.

L’Unione sindacale di base esprime “la propria totale vicinanza alla docente dell’ITI Vittorio Emanuele III di Palermo, sanzionata con una sospensione di 15 giorni dal provveditorato, per aver semplicemente svolto il suo ruolo di insegnante e non aver limitato la libertà di espressione dei propri alunni, che avevano operato, utilizzando un articolo presente in rete di un noto giornalista italiano, un legittimo accostamento tra il decreto sicurezza e le leggi razziali durante la celebrazione del Giorno della Memoria”. Per Luigi Del Prete, dell’Esecutivo Nazionale USB Scuola, “è assolutamente inquietante è il fatto che la denuncia al Ministro Bussetti sia arrivata, via social, da un giornalista di destra che ha segnalato la professoressa al Ministero, che prontamente si attivava sollecitando l’invio di un’ispezione”. “La celerità dell’intervento da parte del Ministero e del provveditore di Palermo evidenziano ormai un clima irrespirabile all’interno del paese e nelle scuole italiane, dove la libertà d’insegnamento è sempre più vilipesa e in cui l’antifascismo ormai è sotto attacco come disvalore. Crediamo nella forza dirompente della libertà di pensiero nell’educazione dei nostri studenti, che il ruolo dell’insegnante debba essere quello di formare coscienze critiche capaci di capire che il fascismo, il razzismo e la xenofobia non sono “idee” ma espressioni dell’odio e anticamera dei regimi totalitari, che operare confronti storici tra periodi diversi, mostrando similitudini e differenze, sia un elemento essenziale dell’insegnamento della Storia che voglia far comprendere lo sviluppo del pensiero dell’umanità. Sanzionare un docente per aver semplicemente fatto l’insegnante e aver stimolato i propri studenti alla riflessione critica, senza voler limitare il loro libero esercizio del pensiero attraverso un lavoro sulle fonti, significa creare una scuola di regime, asservita al potere e al pensiero unico dominante, anticamera di una società sempre più indirizzata alla barbarie”. Il sindacato chiede “il ritiro immediato della sanzione ingiusta e ingiustificata nei confronti della collega” ed è pronta ad avviare una mobilitazione di docenti, studenti e cittadini per sostenere la prof.

La vicenda della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, docente di italiano dell’istituto tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo sospesa per 15 giorni dall’ufficio scolastico perché alcuni suoi studenti hanno accostato il decreto sicurezza del ministro Salvini alle leggi razziali del 1938″, per il sindacato Anief “è un brutto salto indietro in un passato che, purtroppo, non è evidentemente ancora stato superato del tutto”. “La sospensione di un docente perché i suoi studenti hanno osato, nel giorno della memoria, rievocare uno dei momenti più bui della storia italiana del secolo scorso collegandolo alla drammatica attualità che vede oggi l’intera Europa, Italia purtroppo compresa, impegnata in un disdicevole tira e molla sull’accoglienza dei migranti che, mentre tutti provano a ignorarli, scompaiono a migliaia tra le onde del Mediterraneo – afferma il presidente di Anief, Marcello Pacifico – sa di censura e controllo politico della più becera specie; la stessa specie che proprio in quel periodo del Novecento l’Italia ha già vissuto e contro cui molti italiani sono morti perché di essa ci si potesse finalmente liberare”. Anief esprime solidarietà alla docente alla quale mette a disposizione gratuitamente il proprio ufficio legale per impugnare la sanzione ricevuta. E, al contempo, “invita i ministri e i potenti di turno a rispettare il lavoro dei docenti italiani che la Costituzione tutela e ad accettare le critiche, anche quelle a volte un po’ sgangherate dei più giovani che però, nelle nostre scuole si formano come cittadini e esercitano quello spirito critico che tanta paura fa, da che mondo è mondo, a chi governa”.

“Bene ha fatto il Miur ad intervenire per proteggere studenti minorenni dallo strumentale utilizzo della scuola come veicolo di propaganda politica del Pd contro il governo in carica” lo afferma Francesca Donato, esponente della Lega e candidata alle europee nella circoscrizione Sicilia Sardegna.

“La critica politica, legittima, è cosa ben diversa dalla diffamazione – sottolinea Donato – attacchi subdoli alle nostre istituzioni utilizzando i nostri ragazzi non sono tollerabili”.

“La vicenda di Rosa Maria Dell’Aria docente di italiano di un istituto tecnico di Palermo sospesa per due settimane dall’insegnamento per aver detto di Salvini quello che Salvini fa intendere di sè stesso è paradossale. Intanto perché lei non ha detto proprio niente ma un suo studente in un video-compito ha liberamente accostato le leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza che porta il nome dell’attuale ministro dell’Interno. Poi perché a chiederne la testa è la “bestia”, la fabbrica delle fake news di Salvini. A quel punto il solerte ministro Bussetti ha ordinato l’ispezione e comminato la pena, ormai siamo alla censura di Stato. Lo afferma Corradino Mineo, capolista de La Sinistra nella circoscrizione Isole.

“Il ridicolo, meglio dire la cosa grottesca – prosegue Mineo- , è che è proprio Il ministro dell’interno a scimmiottare continuamente il Duce, copiandone le pose e sostenendo – contro la Costituzione – che fascisti e antifascisti sarebbero la stessa cosa. Chiederò se sussistono gli estremi per procedere in giudizio contro il ministro Bussetti, per abuso di potere e ostacolo allo svolgimento di un pubblico servizio. All’insegnante, che ha diritto a pubbliche scuse da parte del ministro, tutta la solidarietà mia e de La Sinistra”.

“Qualche giorno fa, tra le polemiche per gli striscioni censurati, il capo della polizia ha sentito l’esigenza di precisare che il Corpo che guida non è al servizio di un Ministro. Poi è stata la volta di Facebook, intervenuto per chiudere 23 pagine che diffondevano fake news, senza contare che stando così le cose, tra 5 giorni Radio Radicale chiuderà i battenti. Intanto a Palermo le indagini vengono indirizzate sul lavoro di una docente, la cui colpa sarebbe quella di non aver censurato la libertà d’espressione sui suoi studenti. Soffia un vento antidemocratico allarmante nel nostro Paese. Che va arginato prima che sia troppo tardi”. Lo dichiara Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e candidato al Parlamento Europeo nelle liste Pd-SE .

“Siamo dell’idea che il provvedimento disciplinare contro la docente Rosa Maria Dell’Aria dell’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo vada ritirato, perché per noi lede i principi costituzionali di libertà di insegnamento e di espressione”. Cosi Francesca Bellia segretario generale Cisl Scuola Sicilia commenta il caso dell’insegnante dell’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo sanzionata dall’Ufficio scolastico provinciale. “Scelte come queste rischiano solo di scatenare un clima di tensione all’interno del sistema scolastico, il provvedimento non doveva essere né sollecitato né inflitto. Esprimiamo pieno sostegno e solidarietà alla docente destinataria della sanzione, serve una immediata risposta sul piano sociale e culturale per far ritirare questo inaccettabile provvedimento disciplinare”. “Intervenga il Ministro, la Scuola deve restare palestra di dialogo e democrazia. Senza chiarezza e ritiro va attivata una petizione appello al Presidente Sergio Mattarella” conclude Bellia.

“E’ di certo un provvedimento iniquo e sproporzionato che questo sindacato non approva. L’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia è entrato nel merito dell’attività di una docente che comunque ha fatto svolgere un lavoro ai propri alunni nella piena libertà d’insegnamento e di espressione. La politica non può entrare a gamba tesa nelle scuole, questo provvedimento sa di censura e avvalora tesi che comunque non hanno nulla a che vedere con la scuola pubblica”. Lo afferma Claudio Parasporo, segretario generale della Uil Scuola.

Cgil e Flc ritengono indispensabile che la società civile tuteli e difenda i lavoratori della scuola pubblica. “Troppo spesso il personale della scuola viene insultato, deriso, denigrato, da personaggi più o meno noti, che dimenticano che un docente, nell’esercizio delle sue funzioni, rappresenta un pubblico ufficiale, quindi le istituzioni – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e il segretario generale Flc Cgil Palermo Franca Giannola – Questi comportamenti non fanno che diminuire e depotenziare l’autorevole funzione sociale e il ruolo degli educatori e dell’istituzione Scuola, più in generale”. “In entrambi i casi – aggiungono Enzo Campo e Franca Giannola – nel mondo della rete si sono scatenate le esternazioni, in una gara in cui ciascuno si sente autorizzato a chiedere provvedimenti disciplinari nei confronti dei docenti, fino al licenziamento. Condannando qualsiasi interferenza di questo genere, in linea col clima poco sereno e preoccupante che si respira nel nostro Paese, esprimiamo la nostra solidarietà a coloro che hanno subito tali vili attacchi nell’esercizio del loro ruolo lavorativo”.

La Cgil e la Flc Cgil lanciano un appello per richiamare al rispetto delle norme e dei principi garantiti dalla Costituzione. “Saranno gli organi competenti a doversi pronunciare in merito alle questioni – aggiungono i segretari della Cgil e della Flc – Crediamo che l’attività scolastica debba essere lasciata fuori da battaglie elettorali che, oltre a fomentare contrasti, alimentano un clima che non fa bene ai nostri ragazzi e al nostro Paese. La serenità lavorativa di tutti gli operatori della scuola, che ogni giorno lavorano tra mille difficoltà, deve essere garantita, come vanno garantiti i loro diritti. Il serio lavoro che viene quotidianamente svolto nelle scuole non può e non deve essere assoggettato alle posizioni politiche del governo di turno”.

“Ciò che inquieta nella vicenda dell’insegnante di Palermo sospesa è che, secondo quanto riportano i media, le minacce della sottosegretaria leghista ai Beni culturali Lucia Borgonzoni si siano subito concretizzate, anche se in parte, nella decisione dell’Ufficio scolastico provinciale. Credo che sia dovere del Miur approfondire questo aspetto”. Lo dice la senatrice del Pd Simona Malpezzi, vicepresidente del gruppo e componente della Commissione Istruzione. “Esiste la libertà di pensiero e ragazzi, anche giovani – prosegue Malpezzi – sono perfettamente in grado di pensare con la loro testa. Siamo sicuri che una professoressa con molti anni di insegnamento non abbia poi approfondito in classe la questione emersa dal lavoro prodotto dai suoi studenti? Compito dei docenti è sviluppare il libero pensiero critico. Siamo certi che l’Ufficio scolastico provinciale di Palermo non abbia avanzato un giudizio affrettato, subendo anche in modo indiretto un clima di pressione da parte di esponenti del governo? Credo che il Miur abbia il dovere di approfondire l’intera vicenda”.

Sulla vicenda interviene anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che dichiara: “L’unico dato certo, ad oggi, è che il decreto sicurezza nella sua parte in cui lede i diritti dei migranti è stato giudicato da chi ha competenza formale a farlo, come illegittimo, inadeguato, lesivo appunto di diritti fondamentali. Infatti i Giudici ne hanno già sanzionato alcuni effetti nefasti.
Se un gruppo di studenti ha liberamente scelto di accostarlo, come molti abbiamo fatto, alle leggi razziali del 1938, ha tutta la nostra condivisione.
Certamente se quegli studenti fossero stati forzati in quel senso sarebbe stato grave, ma non sembra che questo sia il caso ed il provvedimento adottato nei confronti della professoressa Dell’Aria appare non sproporzionato, ma del tutto immotivato.
Il Ministero, piuttosto che sanzionare docenti e attentare alla libertà di docenza ed espressione, si preoccupi di favorire lo studio della storia e delle nefandezze che il nazifascismo ha compiuto contro gli italiani e nel mondo.”

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