Parla legale che impugnò divieto ingresso nave in acque italiane

Processo Open Arms, il teste “Condizioni a bordo erano gravi”

Nuova udienza all’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo del processo Open Arms che vede l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio quando nel 2018 vietò lo sbarco a Lampedusa ai profughi soccorsi dalla nave della ong spagnola Open Arms.

Al termine dell’udienza Matteo Salvini ha lasciato l’aula bunker senza fermarsi con i cronisti.

Damizia “Condizioni dei profughi a bordo erano gravi e difficili”

L’avvocato Maria Rosa Damizia, teste al processo, ha parlato delle condizioni dei profughi a bordo della nave. Queste le sue parole: “Le condizioni dei profughi a bordo della Open Arms erano ritenute gravi e difficili erano anche le condizioni meteo-marine, mi fu chiesto di valutare allora la possibilità di chiedere un pronunciamento d’urgenza monocratico al presidente del Tar del Lazio contro il decreto interministeriale che vietava alla nave l’ingresso nelle acque territoriali. Io mi convinsi che le condizioni c’erano e il 13 agosto depositammo il ricorso. Il 14 agosto del 2018 arrivò la decisione che di fatto consentiva l’ingresso della nave”.

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Il legale che impugnò divieto ingresso nave in acque italiane ha spiegato: “L’atto monocratico del presidente si chiede quando c’è un grave pericolo e non si può attendere la camera di consiglio per la decisione collegiale. Ottenere un decreto non è cosa semplice”.

Ed ha proseguito: “Dopo il 14 agosto ci aspettavamo che la cosa fosse risolta e invece non accadde. Perciò il 16 agosto, a fronte del fatto che la nave era entrata in acque e non le era stata comunque assegnato un porto sicuro, inviammo una diffida al Viminale, agli altri ministeri coinvolti e al comando generale della Guardia Costiera in cui rappresentavamo le condizioni dei profughi a bordo anche con relazioni mediche”.

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Contro la decisione del Tar che autorizzava l’ingresso della Open Arms nelle acque italiane l’avvocatura dello Stato presentò ricorso, che fu respinto. Prima della teste ha deposto il presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Mauro Palma che ha ricordato le attività svolte dal suo ufficio nella vicenda Open Arms.

Assente Richard Gere, Procura chiede revoca ma l’attore testimonierà

Intanto, la Procura di Palermo ha chiesto la revoca della deposizione dell’attore Richard Gere al processo per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio a carico del ministro Matteo Salvini. Le parti civili non hanno rinunciato invece alla testimonianza: Gere era stato citato da loro.

Il presidente del tribunale che celebra il processo, però, non ha accolto l’istanza del pm Gery Ferrara, quindi al momento Gere verrà sentito, anche se non si sa quando.

L’attore, che ad agosto 2018 salì a bordo della Open Arms a cui Salvini aveva impedito l’attracco a Lampedusa, avrebbe dovuto testimoniare oggi, ma ha fatto sapere che non sarebbe stato presente per impegni lavorativi. Dietro la richiesta della Procura, che ritiene inutile la testimonianza, visto che sulle condizioni dei profughi soccorsi dalla Open Arms sono stati sentiti diversi altri testimoni, c’era la necessità di velocizzare i tempi del dibattimento.

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