“Il giornalista Lirio Abbate chiamò il mio avvocato, Vincenzo Lo Re, dicendogli che, se avessi denunciato i giornalisti Messina e Zoppi per diffamazione, l’Espresso avrebbe pubblicato un dossier su mie presunte e inesistenti pratiche pedopornografiche in Tunisia. Dissi al mio avvocato di riferire ad Abbate che non avevo nulla da temere”.
Lo ha detto l’ex presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, deponendo al processo per calunnia e diffusione di notizie false ai collaboratori dell’Espresso Piero Messina e Maurizio Zoppi, autori dell’articolo sulla presunta intercettazione tra Crocetta e il suo medico, Matteo Tutino.
Nella conversazione telefonica, sempre smentita dalla Procura, i due avrebbero parlato dell’allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino. Il medico, accusato di falso, truffa e peculato, avrebbe detto a Crocetta: “Lucia Borsellino va fatta fuori, come il padre”.
Dell’intercettazione, però, come ha ribadito oggi il perito del giudice, non c’è traccia nel fascicolo che riguarda Tutino.
“Quando all’Espresso – ha detto Crocetta davanti al Tribunale – si resero conto che quella telefonata non ce l’avevano, Abbate si premurò di fare questa telefonata all’avvocato. Dissi che potevano pubblicare tutto quello che volevano subito, non avevo nulla da temere. Andavo in Tunisia sempre scortato. Se avessi avuto una condotta illecita, i
poliziotti sarebbero stati i primi a denunciarmi”.
“Avrò sicuramente parlato con Tutino qualche volta dell’assessore Borsellino ma non al telefono. Non ricordo nessuna chiamata sull’argomento. So che Tutino tra l’altro ha difeso anche pubblicamente la Borsellino”.
La conversazione telefonica, sempre smentita dalla Procura, non c’è – come ha confermato oggi il perito del Tribunale – tra quelle del procedimento a carico del medico accusato di falso, truffa e peculato. Tutino, secondo i giornalisti, avrebbe detto a Crocetta: “Lucia Borsellino va fatta fuori, come il padre”.
“Il 22 giugno 2017 – ha spiegato Crocetta – andai dal procuratore Lo Voi perché avevo avuto delle notizie che mi sembravano di grande rilevanza penale. Era venuta a trovarmi la dottoressa Nadia Luciano, consulente ell’assessorato ai Trasporti.
Mi parlò della frequentazione tra Messina e il segretario particolare dell’assessorato ai Trasporti Montalto per la fabbricazione di un dossier contro di me. Luciani mi disse che era un’operazione complessiva di distruzione della mia immagine pubblica e privata. Non parlavano, mi disse, solo della finta telefonata ma anche del tentativo di fare un dossieraggio su pratiche pedopornografiche che mi avrebbero riguardato. Essendo scortato dal 2013, tutte le volte che sono andato in Tunisia sono andato lì con i poliziotti e qualsiasi attività illecita sarebbe stata notata”
Nella vicenda Crocetta, l’Espresso entrano consulenti regionali, servizi segreti e dossieraggi.
“L’ex consulente Nadia Luciano, a giugno scorso, qualche giorno prima che andassi in Procura, mi parlò della presunta attività di dossieraggio messa in atto dal giornalista Messina e dal segretario particolare dell’assessore
regionale alle Infrastrutture e trasporti, Giuseppe Montalto.
Attività di dossieraggio che riguardavano non solo me anche Antonio Ingroia”. Lo ha detto l’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, deponendo al processo per calunnia e diffusione di notizie false ai collaboratori dell’Espresso Piero Messina e Maurizio Zoppi, autori dell’articolo sulla presunta intercettazione tra Crocetta e il suo medico, Matteo Tutino.
Nadia Luciano nel 2015 era consulente dell’assessorato regionale ai Trasporti.
“Me lo disse per solidarietà – ha proseguito – dopo la vicenda Morace (l’inchiesta Mare nostrum in cui è indagato anche Montalto ndr). Mi disse che Montalto aveva legami con i servizi segreti e lei era impaurita da questi contatti. Volevano sporcare l’immagine di Ingroia perché volevamo rendere tutta
pubblica la Sicilia E-Servizi”.
Secondo Luciano, che ha deposto questa mattina, gli incontri tra Messina e Montalto sarebbero avvenuti “tra marzo e aprile” del 2015. Per il giornalista Messina, queste sono “ricostruzioni false e lo posso dimostrare”.
“Non conosco la dottoressa Luciano – ha spiegato rendendo dichiarazioni spontanee – non ho mai parlato in sua presenza. Né ho mai fatto dossieraggio nei confronti di Crocetta. Da metà febbraio a metà marzo ero negli Stati Uniti quindi quegli incontri con Montalto non si sono mai verificati. Dossieraggio nei confronti di Ingroia? Io ho ottimi rapporti con il dottor Ingroia. L’articolo che ho scritto su Sicilia E-servizi è stato scritto a gennaio 2015. Questi elementi dimostrano che è tutto falso”.
“Respingo le calunniose accuse fatte oggi da Crocetta nei miei confronti”. Lo afferma il vice direttore de L’Espresso Lirio Abbate in merito alla deposizione dell’ex presidente della Regione Sicilia nel corso del processo
per calunnia e diffusione di notizie falese nei confronti di due collaboratori del settimanale.
“Non ho mai pronunciato o pensato le frasi che l’ex presidente della Regione ha detto davanti ai giudici – aggiunge
Abbate – E non mi risulta l’esistenza di un dossier della natura di cui parla Crocetta”.