Prime tensioni nel ricompattato centrodestra, centristi e salviniani puntano i piedi

Non è tutto ora quello che luccica. Il ricompattato centrodestra messo insieme per chiari motivi elettorali che vengono anche confermati dai sondaggi, parte col piede giusto ma registra subito qualche tensione e qualche distinguo. L’accordo raggiunto e presengato ieri con Musumeci candidato presidente, Armao Vice e Lagalla assessore ha colto di sorpresa una parte della coalizione che pure in parte ha accettato di buon grado la scelta di Musumeci che aveva sposato fin dall’inizio e in altra parte ha evitato di presentarsi con distinguo ulteriori avendo ottenuto spazio per Lagalla.

Se l’accordo è stato raggiunto, sia pure fra mille difficoltà, però, il metodo non convince tutti. Sono due le riunioni che sono state fatte durante questa trattativa. una, circa 15 giorni fa, con la destra quindi con Noi con salvini, Fratelli d’Italia e così via. poi una seconda riunione per la chiusura del cerchio avrebbe lasciato fuori proprio la destra. la motivazione. in fondo il candidato è quello proposto da loro.

Ma ci sono malumori anche a centro con l’udc di Cesa che chiede di essere ascoltato di più. Tutti, adesso, sembrano chiedere un tavolo di trattativa di coalizione per chiarire alcuni aspetti. Si tratta di temi che non vengono ufficialmente a galla ma il problema sarebbe legato alla composizione del listino e alle indicazioni in giunta di governo in caso di vittoria.

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A far intravedere l’allarme già ieri sono state le parole di Alessandro Pagano, pronunciate pubblicamente in conferenza stampa davanti a Angelo attaguile ed anche a nome suo come di Matteo Salvini. Parole pesate una per una ma che mandavano un messaggio sfuggito ai più. “Siamo in prima linea nel portare avanti il progetto vincente di una persona integerrima, onesta e con una prospettiva ben chiara di governo, già dimostrata dalle precedenti esperienze politiche – ha detto Paganpo aggiungendo però – allo stesso tempo ‘Noi con Salvini’ chiede a Musumeci una forte discontinuità con i governi precedenti e, in particolare, uno stile diverso rispetto al centrodestra del passato. Se il centrodestra ha alternato successi clamorosi a debacle eclatanti si deve interrogare e guardarsi allo specchio. Se sara’ capace di fare mea culpa allora vuol dire che ci sara’ stata una ‘maturazione’. Musumeci sara’ garante non solo nei confronti dei siciliani – ha concluso – ma anche nei confronti dei partiti rispetto a quella modalita’ di gestione”.

Discontinuità, dunque, che in questo contesto assume un preciso significato: metodo nuovo di governo e coinvolgimento di tutti.

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Nessuno, adesso, aggiunge più niente, ne da destra ne da centro. Ma i malumori sono abbastanza evidenti. E se i salviniani chiedono a Musumec di farsi garante, i centristi di Cesa, da buon democristiani, il tema lo affronteranno lontano dai clamori mediatici.

Sul piatto ci sono argomenti precisi. Chi ha promesso a Lagalla questo o quel assessorato? Nulla questio sull’accordo e sulla persona ma non sarebbe il caso di parlare di queste sceltem in riunioni alle quali prendono parte tutti? Almeno questa sarebbe la domanda posta a Miccichè al quale viene riconosciuto, comunque, il successo di aver rimesso insieme tutta la coalizione.

Ma c’è altro di cui discutere. Nello specifico il listino del presidente. Sei posti in tutto oltre Musumeci. Gli alleati chiedono, dunque, a Forza Italia di farsi carico di Armao che andrebbe nel listino proprio in qupota Forza Italia essendo una proposta avanzata da Berlusconi. Ma Forza Italia vorrebbe un altro posto, probabilmente per Miccichè, che secondo gli altri non c’è.

“Ma non c’è alcuna tensione e nessuna impasse – dice Alessandro Pagano interpellato da BlogSicilia – fino ad ora sono stati fatti due tavoli, adesso bisogna fare un passo avanti con un tavolo unico che deve essere coordinato dal candidato Presidente nello musumeci che si deve fare garante della coalizione. A quel tavolo tutte le giuste istanze dei componentid ella coalizione saranno prese in esame e discusse. Ciò che emerge da qualcsiasi altro luogo o incontro non è politica ma semplici favole”. E le trattative sono appena iniziate

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