Avrebbe truffato diversi siciliani nella vendita di immobili nelle province di Palermo, Trapani e Messina.
I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza cautelare ai domiciliari nei confronti di Maria Grazia Caggegi, 52 anni, agente immobiliare.
La donna si sarebbe accreditata con i “clienti” come avvocato, affermando di avere conoscenze tra le alte cariche degli uffici giudiziari di Palermo.
Con grande sicurezza avrebbe proposto l’acquisto di immobili a prezzi o condizioni particolarmente vantaggiosi, mediante una fantomatica procedura all’incanto, da lei stessa denominata “procedura PQM”.
Per monetizzare in tempi rapidi l’indagata avrebbe rappresentato inesistenti problematiche che ostacolavano l’assegnazione degli appartamenti.
Tra le motivazioni, che creavano ansia e preoccupazione agli ignari “acquirenti”, vi sarebbe stata la necessità di dover provvedere a cancellare “sopraggiunte” pendenze penali ovvero improvvise iscrizioni ipotecarie.
Con questa procedura l’indagata sarebbe riuscita in brevissimo tempo ad ottenere oltre 160.000 euro in contanti.
Il gip Rosario Di Gioia che ha emesso il provvedimento cautelare ha disposto anche il sequestro preventivo della somma. E’ scattata anche l’interdizione dall’esercizio di attività imprenditoriali per 12 mesi.
Le indagini dei finanzieri dell’operazione Money for nothing si sono basate su quanto dichiarato dalle diverse vittime del presunto raggiro, anche attraverso l’analisi di movimentazioni bancarie e le acquisizioni documentali.
Appena una settimana fa un’altra indagine della finanza aveva portato al sequestro di beni nei confronti di un dipendente Inps. Il 7 luglio scorso i finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza della procura nei confronti di Massimiliano Lannino, 46 anni, ispettore di vigilanza dell’Inps, accusato di avere truffato l’ente previdenziale per 96 mila euro.
Le indagini dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria, con la collaborazione della direzione provinciale dell’Inps, avrebbero accertato che l’impiegato non avrebbe comunicato all’Inps nessun conflitto di interessi come quello di svolgere un’attività di collaborazione professionale continuativa con uno studio legale.