I carabinieri del Ros hanno arrestato il boss mafioso Matteo Messina Denaro dopo 30 anni di latitanza. Il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e il procuratore aggiunto Paolo Guido hanno coordinato l’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia originario di Castelvetrano, nel Trapanese. Il boss era ricoverato alla clinica Maddalena a Palermo. Secondo quanto si apprende si stava curando in day hospital. Matteo Messina Denaro è stato portato nella caserma dei carabinieri San Lorenzo in via Perpignano. Ovviamente era sotto falsa identità e si faceva chiamare Andrea Bonafede.
Elenco latitante che si assottiglia
Secondo quanto si apprende, Matteo Messina Denaro, boss latitante da 30 anni, si trovava all’interno di questa clinica privata di Palermo. Con l’arresto di Matteo Messina Denaro si assottiglia l’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze. Si tratta di Attilio Cubeddu (Cosa Nostra), nato il 2 marzo 1947 a Arzana (Nuoro) e ricercato dal 1997. E’ evaso non essendo rientrato mai rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros dove era stato trasferito. Deve rispondere di sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Il 18 marzo 1998 diramate anche per lui le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.
Il Palermitano dell’anonima sequestri
C’è pure Giovanni Motisi (Anonima Sequestri), nato l’1 gennaio 1959 a Palermo, ricercato dal 1998 per omicidi. Dal 2001 anche per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage. Deve scontare la pena dell’ergastolo. Il 10 dicembre 1999 diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. In questo elenco inoltre figura Renato Cinquegranella (Camorra), nato il 15 maggio 1949 a Napoli. E’ ricercato dal 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro. Il 7 dicembre 2018 diramate anche per lui le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Infine Pasquale Bonavota (‘ndrangheta), nato il 10 gennaio 1974 a Vibo Valentia, ricercato dal 2018 per “associazione di tipo mafioso” e “omicidio aggravato in concorso”. Dopo Matteo Messina Denaro questo è l’elenco di chi ancora è ritenuto tra i boss pericolosi.
“Figlio d’arte”
Messina Denaro è figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina. Era latitante dall’estate del 1993. In una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da “primula rossa”. “Sentirai parlare di me – le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue -. Mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”.
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