La preghiera di liberazione del colonnello Salvatore Muratore iniziava con un forte abbraccio. “Lui mi diceva “prendi energia” e che stavo ricevendo lo spirito Sant. Io mi sentivo subito svuotata, tanca e stordita e non capivo la reale portata dei miei gesti e dei miei pensieri.
Il Muratore con il suo modo di fare e le sue invocazioni al “demone della lussuria”, aveva creato dentro di me delle ossessioni diaboliche tipiche degli esorcismi. Dopo il rapporto iniziavo a prendere coscienza di quando accaduto, provando rabbia nei suoi confronti e quando glielo dissi il Muratore affermò che era il demonio ad essersi arrabbiato e che io dovevo trattenerlo”.
A parlare e una delle tante donne finite nella rete del colonnello Salvatore Muratore in servizio alla caserma Turba di Palermo e di padre Salvatore Anello dei Cappuccini arrestati ieri e condotti al carcere dei Pagliarelli con l’accusa di violenza sessuale anche nei confronti dei minori.
“Il Muratore – aggiunge la donna sentita dagli inquirenti della sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato al Tribunale per i Minorenni diretta da Vincenzo Collorà – mi diceva che era il demonio che era uscito e che il rapporto sessuale che lui chiamava preghiera aveva ottenuto il suo scopo. Ecco il motivo perché ci sono cascata due volte. Muratore ha annullato completamente la mia volontà. Era come se avessi una doppia personalità”.
Non erano solo donne sposate le vittime dei due esorcisti, ma anche ragazzine. Il colonnello le preghiere di liberazione le faceva anche con le minorenni.
“Mi chiedeva se avevo rapporti con il mio fidanzato – racconta una minore – se avevo con lui rapporti sessuali. La prima volta si è limitato ad una conversazione. La seconda mi ha messo la mano in testa. La terza volta ha cominciato a chiedermi se ero stata violentata e gli ho detto di no. Mi ha chiesto se quando facevo l’amore provavo dolore e mi diceva che io avevo problemi legati al sesso.
Mi diceva che dovevamo pregare mettendo l’olio sul petto. Quella volta sono rimasta con il reggiseno. Successivamente mi faceva stare in mutandine e reggiseno e mi toccava i capezzoli. Poi mi faceva spogliare.
Mi diceva che per liberarmi dovevo stare così. Quando lui faceva queste cose io iniziavo a gridare e graffiarmi era come se sentivo nell’immaginario che combattevo con qualcosa dentro di me. Quando lui ne se andava io stavo meglio.
Dopo due mesi le richieste sono state più insistenti. Ad un certo punto mi ha chiesto di prendere pace da lui, prima con il contatto fisico prendendo l’energia positiva da lui. Mi diceva di mettere la mano sul suo petto, man mano la mano scendeva e voleva che andavo oltre, ma io non volevo.
Per convincermi – racconta la ragazzina che aveva 16 anni – mi diceva che se non mettevo la mano sulle sue parti intime non potevo liberarmi anche perché lui sapeva che io avevo problemi di fiducia. Alla fine mi ha convinto e gli ho toccato le parti intime.
Poi voleva che io lo masturbarsi. Non capivo perché visto che è peccato. Mi convinceva che queste erano cose giuste era Gesù che le voleva che io mi liberavo. Io ero svestita e con gli occhi chiusi e lui mi toccava le parti intime e infilava le sue dita nelle mie parti intime mettendomi l’olio.
Visto che eravamo arrivati alla masturbazione dovevamo passare al sesso orale. Quando facevo queste cose stavo bene, ma poi stavo in colpa e avevo vergogna perché non capivo perché dovevamo fare queste cose. Lui mi avvicinava la testa al suo pene e io facevo sesso orale con la lingua. Poi ha tentato anche di penetrarmi. Ma è entrato con il suo pene solo a metà della mia vagina”.
Padre Salvatore Anello oltre alla preghiera di liberazione faceva anche quella di guarigione. Anche lui riceveva donne e bambini e anche lui utilizzava l’olio benedetto.
“Quando ero con mio marito gli incontri sono stati normali. Le cose sono cambiate – racconta una donna che è andata da padre Anello nella chiesa dei Cappuccini – quando ho iniziato a recarmi da padre Anello da sola nel pomeriggio insieme a mia figlia. Padre Anello ci riceveva sempre nella stessa stanza all’interno del convento dei Cappuccini e ci fece accomadare in due sedie distinte.
Padre Anello aveva l’abitudine, durante la preghiera di imporre le mani, partendo dalle cosce. Cosa che fece anche quella volta. Iniziò con una mano a toccarmi alternativamente le cosce, per poi passare sulle natiche.
In realtà non fu una “toccata spirituale” ma molto maliziosa, perché indugiò sulla parte, fu una vera e propria palpazione dei glutei. Poi iniziò a palparmi la schiena, a mettermi h mano sotto la maglietta e strusciarla sulle spalle, fino a infilarla dentro i pantaloni fin dentro gli slip quasi fino all’ano. Poi mi mise la mano dentro il reggiseno sfiorandomi i seni.
Al momento del saluto, quasi mi baciò sulle labbra. Tutto questo è stato visto da mia figlia. Poi padre Anello iniziò a fare delle preghiere di guarigione a mia figlia iniziando a toccare pure lei. Prima le sfiorò le gambe, fino a toccarle l’inguine, poi sotto la maglietta iniziò a palpeggiarle il seno, la pancia e le spalle fino a infilare la mano dentro i leggins sotto le mutandine”.
La donna tornò di nuovo da padre Anello “… anche questa volta padre Anello si comportò nella stessa maniera, palpeggiando sia me sia mia figlia sempre allo stesso modo. L’episodio più clamoroso si è verificato durante l’estate. Quel giorno mia figlia indossava uno short, e padre Anello mentre posava una mano sull’inguine palpeggiò da fuori l’organo genitale, Ricordo che la piccola s’infastidì e gli spostò la mano.
Poi come sempre infilò la mano dentro i pantaloncini e sotto la maglietta, palpandole il seno e la schiena. Ero confusa e spaventata. Ricordo com’era mia figlia in quel periodo a causa della malattia e speravo, anche se l’atteggiamento dell’Anello era indubbiamente equivoco. Ero attaccata a ogni speranza pur di migliorare la salute di mia figlia”.
Anche la piccola sentita dagli agenti ha confermato la versione della madre. Non era la sola che ha raccontato ai poliziotti le strane preghiere di guarigione del padre Cappuccino.
“Posso dire che Padre Salvatore Anello quando iniziava la preghiera di liberazione mi toccava la testa, le gambe e i polsi e quando stavo particolarmente male mi dava delle pacche sulla schiena. E’ capitato che padre Anello infilasse la mano dentro la maglia toccandomi la schiena, una volta mi ha toccato il seno da sopra la maglietta ma non ricordo altro anche perché durante le preghiere di liberazione mi sentivo male …e mi dava aiuto mio marito che ha sempre assistito a tutte le preghiere. Non ricordo di preciso quando sono stata l’ultima volta da padre Anello, credo sei mesi fa, ma mio marito può dire di più di me.
Voglio aggiungere che provavo disagio quando padre Anello mi toccava, ma ribadisco che iniziavo a stare subito male e non capivo più niente”. Quanto succedeva è stato confermato dal marito.
L’unica in questa storia che ha dimostrato pieno equilibrio e una piena maturità è stata una bambina di 12 anni. “Nell’autunno del 2015 la mia mamma mi aveva detto che potevo parlare con il Muratore per confidargli di miei eventuali problem.i Io sono una persona molto riservata e non parlo di nulla neanche con mia madre e mia sorella.
Mi decidevo e andavo a trovare il Muratore che era nella mia cameretta. Appena entravo, lui chiudeva la porta e mi diceva di sdraiarmi sul letto. Io mi sdraiavo e scoppiavo a ridere senna motivo. All’inizio il Muratore mi metteva la mano sul cuore sopra la maglietta per poi metterla sotto toccando anche i seni. Mi sentivo imbarazzata e dentro di me pensavo: che cavolo fa? Gli prendevo la mano e gliela toglievo e lui mi chiedeva se mi desse fastidio, Io rispondevo: “tu che dici?”.
Poi il Muratore mi diceva di chiudere gli occhi e mi rimetteva la mano sulla pancia sotto la maglietta per poi entrarla dentro pantaloni tipo massaggio tentando di andare più giù ma io lo bloccavo. Gli toglievo la mano egli dicevo di non permettersi più perché lo avrei rovinato. Lui mi diceva: “questo è il diavolo che parla”, ma io replicavo: “vedi dove te ne devi andare”.
Lui mi chiedeva: “ti fidi di me?” e io in dialetto gli rispondevo: “non mi fido neanche di mia madre e mi devo fidare di te?” Mi alzavo dal letto e lui mi chiedeva di abbracciarlo, Io gli rispondevo, sempre in dialetto: “abbracciati da solo”. Poi sono uscita e sentivo che diceva a mia madre: ‘La piccola a posto”.
Io uscendo dalla stanca scoppiavo a piangere e dicevo a mia madre che non mi fidavo di questa persona. Voglio dire che all’inizio pensavo che le cose che aveva fatto il Muratore facessero parte delle preghiere, ma avevo sempre i miei dubbi
Per questo non ho detto nulla a mia madre al momento. Quando ho capito che mia madre aveva scoperto che il Muratore non era la persona che pensava ho avuto il coraggio dì confidami Allora mia madre mi chiedeva cosa mi avesse fallo il Muratore e mi confidava che anche a lei lo stesso l’aveva toccato come a me.
Ho sentito che Muratore diceva a mia madre che i demoni mi stavano prendendo e gli faceva avere gli incubi. Che mi allontanavo da lui perché ero posseduta dal demonio”.
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