“Olandese e cittadino del mondo, viaggiatore incantato che cerca l’uomo e sé stesso nell’altrove, reporter che sa trovarsi sui luoghi dei grandi drammi storici, poeta capace di dar vita a ciò che non è visibile, narratore che usa l’immaginazione come strumento principe per cogliere la melodia che si nasconde nel rumore confuso della quotidianità.”
Con queste parole è descritto lo scrittore olandese Cees Nooteboom dal giudice monocratico Ernesto Ferrero. Il «maestro» è stato scelto come vincitore del Premio Letterario Internazionale Mondello, sezione Autore Straniero e sarà al Salone Internazionale del Libro di Torino domenica 21 maggio e dialogherà per un incontro aperto al pubblico alle 17 in Sala Azzurra del Palazzo Arcivescovile di Palermo, in occasione del conferimento del Premio.
Il riconoscimento, giunto alla sua quarantatreesima edizione, è promosso dalla Fondazione Sicilia insieme con il Salone Internazionale del Libro e la Fondazione Andrea Biondo e con il patrocinio dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, per la sezione Autore Straniero di quest’anno.
In qualità di giudice monocratico, Ernesto Ferrero è stato chiamato dal Mondello a individuare un suo riferimento letterario fondamentale non solo per il percorso di scrittore, ma anche per l’apporto nel panorama della letteratura internazionale. Una scelta in libertà e autonomia, che il Premio Mondello ha affidato al critico letterario e scrittore che per diciotto edizioni ha diretto il Salone Internazionale del Libro di Torino.
Questa la motivazione di Ernesto Ferrero: “Da decenni Cees Nooteboom incarna magistralmente le ragioni di una scrittura capace di esplorare gli incerti confini che uniscono, più che dividere, realtà e finzione. Nel solco della grande letteratura che va da Cervantes a Pessoa, da Borges a Calvino, Cees Nooteboom cerca con sognante eleganza e ironica leggerezza la saldatura tra l’essere e l’apparire, tra spazio, tempo e linguaggio, tra parola e immagine, simbolo e mito, arte e vita. Appassionato, empatico esploratore di culture, Nooteboom usa la forza rivelatrice dell’invenzione per smascherare le mistificazioni delle ideologie, dei sistemi totalitari, della virtualità dominante. Con lui la libertà della poesia diventa, ancora una volta, rivelazione dei tesori nascosti nelle fragilità dell’umano”.
Con la stessa formula, nelle edizioni precedenti del premio, sempre al Salone Internazionale del Libro, Michela Murgia ha nominato vincitrice Marilynne Robinson (2016), Antonio Scurati Emmauel Carrère (2015), Niccolò Ammaniti Joe R. Lansdale (2014), Melania Mazzucco ha premiato lo scrittore ungherese Peter Estherázy (2012), Paolo Giordano l’autrice statunitense Elizabeth Strout (2012).
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