Precari della pubblica amministrazione ancora in attesa di sapere cosa ne sarà di loro. “In questi ultimi anni in Sicilia si è passati da una proroga all’altra e, nel lasso di tempo intercorso, non vi è stata alcuna concreta progettualità finalizzata alla stabilizzazione del precariato, creando una situazione di disagio sociale per migliaia di lavoratori che nel corso degli anni hanno maturato professionalità e ruoli importanti nella pubblica amministrazione”.
Lo hanno detto Leoluca Orlando e Salvatore Lo Biundo, presidente e vice presidente di AnciSicilia, a margine dell’audizione sul tema precari in I Commissione “Affari Istituzionali” all’Ars.
“Considerato che anche la Corte Ue ha recentemente dichiarato illegittimo il ricorso ai rinnovi plurimi dei contratti a tempo determinato nella pubblica amministrazione, – aggiungono Orlando e Lo Biundo – sostenendo che il contratto a tempo determinato non può essere usato, come è stato fatto per decenni, per ricoprire funzioni ed esigenze stabili e non temporanee, ci auguriamo che si delinei una soluzione concreta per evitare che questa sentenza provochi ulteriori diastri nella gestione degli enti locali. Speriamo, inoltre, di non ritrovarci a fine dicembre di fronte all’ennesima proroga che, di fatto, svilisce il lavoro e l’impegno dei nostri precari e alimenta un clima di tensione e preoccupazione evidenziato dalle continue proteste delle rappresentanze sindacali”.
“Così come abbiamo sottolineato lo scorso 30 giugno, – concludono presidente e vice presidente dell’AnciSicilia – in occasione della manifestazione unitaria organizzata dalla nostra Associazione e da tutte le rappresentanze dei lavoratori, bisogna trovare, una volta per tutte, una soluzione al dramma degli oltre 14 mila precari dei comuni. Il governo regionale ha parlato prima di creare una nuova agenzia e poi di gestire la transazione attraverso la Resais. Ma siamo di fronte ad un nulla di fatto e lo dimostra anche la mancata riconvocazione della cabina di regia sul precariato attraverso cui il governo regionale dovrebbe chiarire quali percorsi avviare. Chiediamo, quindi, ancora una volta, un’assunzione di responsabilità per una soluzione strutturale che restituisca dignità ai lavoratori e serenità alle loro famiglie”