Scadono il 31 dicembre i contratti del personale regionale con “rapporto di lavoro non a tempo indeterminato”, ovvero dei precari.
Il sindacato Cobas-Codir ha inviato una lettera al presidente Crocetta, all’assessore regionale alle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, al dirigente generale del Dipartimento Funzione pubblica.
Nella missiva si chiede “di volere predisporre ogni utile iniziativa affinché possa essere scongiurata ogni possibile interruzione sia del rapporto di lavoro dei dipendenti interessati che dei servizi essenziali che gli stessi sono chiamati a garantire”.
Per decidere quale sarà il futuro dei lavoratori, 589 persone, bisogna tener conto della loro categoria di inquadramento per capire come poterli stabilizzare in relazione al titolo di studio richiesto per coprire determinate funzioni.
Dei 589 lavoratori, 245 sono in categoria D, 285 in categoria C, 37 in B e 22 nella categoria A.
Secondo quanto spiega il sindacato “l’amministrazione regionale, limitatamente ai soggetti inquadrati nelle categorie A e B (per un totale di 59 lavoratori) è oggi nelle condizioni di poter predisporre un piano di stabilizzazione ai sensi del comma 6 dell’art.4 DL 101/2013 convertito, con modificazioni, dalla legge 125 del 30 ottobre 2013, essendovi tutte le condizioni previste per consentirne l’assunzione definitiva, a decorrere dal primo gennaio 2017”.
Cobas-Codir specifica che i lavoratori interessati hanno maturato, negli ultimi 5 anni dalla data di pubblicazione della legge di conversione del decreto più dei tre anni di servizio a tempo determinato richiesto; che la disponibilità dei posti in pianta organica è garantita anche a seguito del pensionamento anticipato del personale regionale; che la spesa per la stabilizzazione di 59 soggetti è “sicuramente al di sotto del limite previsto dalla legge del 50% degli oneri che l’Ente può sostenere per nuove assunzioni che, si ricorda, dal primo gennaio 2017 non risultano più sottoposte ad alcun blocco”.
I sindacati ricordano che tra i 59 soggetti rientrano anche 29 addetti alla Sala operativa del Dipartimento della Protezione civile “che da oltre un decennio, svolgono un’attività essenziale per garantire l’incolumità dei cittadini siciliani e la salvaguardia del territorio della nostra Regione”.
In conclusione, i sindacati chiedono un tavolo di confronto “perché le varie ipotesi che farebbero propendere il governo ad assumere tutti i precari presso la Resais senza avere avviato un confronto con le organizzazioni sindacali ci lascia molto perplessi, anche in relazione alla tipologia contrattuale applicabile ad un bacino di lavoratori molto eterogeneo che fino ad oggi ha svolto la propria attività lavorativa in comparti regolati da contratti collettivi molto differenziati”.
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