“Ancora un intervento ‘last minute’, ancora una soluzione dell’ultimo momento. La direttiva emanata ieri dall’assessorato alla Salute della Regione Siciliana alle aziende sanitarie e ospedaliere, oltre a non risolvere il nodo della stabilizzazione dei precari Covid, a un primo veloce esame, lascia fuori dalla proroga oltre un migliaio di lavoratori“. Lo dice il deputato del Pd all’Assemblea regionale siciliana, Nello Dipasquale.
La circolare della Regione siciliana alle aziende sanitarie
L’argomento è la circolare emanata ieri, 28 febbraio, nel giorno della scadenza della prima proroga dei lavoratori impegnati nell’emergenza Covid. “Tutto questo è frutto dell’improvvisazione e dell’incapacità di programmare – sostiene il deputato Ars, Dipasquale -, con un governo regionale che scarica tutto sulle aziende sanitarie attraverso una direttiva giunta nell’ultimo giorno utile”. Dipasquale poi aggiunge: “Il governo di destra della Regione Siciliana smetta di gettare la palla in tribuna con questi provvedimenti dell’ultimo momento e individui un percorso che garantisca il futuro lavorativo di tutti coloro i quali hanno dato il proprio contributo nella lotta al Covid”.
Le istruzioni dalla Regione last minute
Ieri sono arrivate dalla Regione istruzioni operative per le aziende sanitarie e ospedaliere in merito ai precari reclutati durante l’emergenza Covid. In particolare, confermate per il personale sanitario e socio-sanitario le indicazioni relative alla prosecuzione dei contratti, già fornite alla fine del dicembre scorso. La nota è a firma dell’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, e del dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Requirez. Prende spunto dalla conversione in legge del decreto legge della 198 del 2022, meglio noto come Milleproroghe, in vigore da ieri.
I requisiti utili per la stabilizzazione
Nel dettaglio, il Milleproroghe prevede l’estensione fino al 31 dicembre 2024 del periodo entro il quale si possono maturare i requisiti utili (18 mesi) alla stabilizzazione del personale che ha prestato servizio durante la pandemia, nonché l’ampliamento della platea dei destinatari dei processi di stabilizzazione, ricomprendendo, oltre al personale sanitario e socio-sanitario, quello del ruolo amministrativo. Ovviamente in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale e nel rispetto delle disponibilità finanziarie di ogni azienda.
La ricognizione
Da qui l’invito alle aziende sanitarie a monitorare i precari covid in servizio e a “procedere a una celere ricognizione finalizzata a individuare i profili esistenti nelle rispettive dotazioni organiche, ancora non ricoperti”. Nel contempo si dovrà “verificare quanto personale – reclutato durante l’emergenza Covid – sia in possesso dei requisiti di legge”. E anche a una “puntuale ricognizione delle procedure concorsuali in essere”. Indicazioni diverse, invece, per l’utilizzo del personale Uca (Unità di continuità assistenziale), già prorogato fino al 28 febbraio, il cui rapporto di lavoro viene esteso di un altro mese. Esattamente fino al 31 marzo prossimo, così da garantire l’offerta assistenziale territoriale.
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