L’articolo del collegato alla finanziaria regionale votato ieri sera all’Ars che riguarda la stabilizzazione dei precari Asu del quale in tanti si dicono soddisfatti ha, in realtà, il sapore della beffa per 5300 persone che lavorano in questa situazione anche da 25 anni. La norma che è passata nella riscrittura dell’articolato del collegato, infatti, ha mantenuto ben poco della norma originale.
La stabilizzazione così come è stata votata avrà bisogno di risorse da Roma e già una il Ministero aveva risposto picche sottolineando come si tratta di un problema interamente a carico della regione Sicilia.
La versione finale del Collegato si è scontrata frontalmente col blocco della spesa imposta dal nuovo disavanzo da 400 milioni e anche se si è fatta una eccezione per gli Asu le coperture sono ballerine non avendo aggiunto un solo euro ai 35 milioni annui che fino ad oggi hanno permesso di pagare 5300 precari con somme che vanno da 600 a 800 euro al mese.
La versione dell’articolo passata permette solo di far transitare questi precari direttamente verso gli enti utilizzatori sciogliendo di fatto le cooperative. Una parte dei 5300, quelli che lavorano in enti locali che hanno bilancio capienti, ora potranno essere impiegati direttamente proprio da enti pubblici che garantiscono una migliore continuità lavorativa, ma per tutti gli altri la situazione resta fortemente a rischio. Per la loro stabilizzazione servirà una copertura finanziaria per gli inevitabili costi aggiuntivi che oggi stesso si tornerà a chiedere a Roma.
Una richiesta che non verrà avanzata dal governo regionale, però, ma da un deputato 5 stelle mentre per qualsiasi ulteriore scelta il governo Musumeci continua a indicare come spartiacque la parifica del bilancio da parte della Corte dei Conti. Dopo si potranno prendere decisioni ma l’eventualità che possano esserci ancora soldi da spendere appare molto remota.
Un colpo alla botta e un colpo alc erchiov iene dalla funzione pubblica Cgil “Il testo della tormentata norma – spiegano il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo e il segretario regionale Massimo Raso – è stato più volte rimodulato, stralciato, accantonato e riscritto, perdendo molte delle parti fondamentali e rivendicate dalla nostra Organizzazione, ma aggiunge certamente un tassello significativo per eliminare definitivamente l’intermediazione di cooperative e soggetti che non siano Enti Pubblici. In questo modo si aprono le porte alla stabilizzazione anche degli ASU ancora utilizzati attraverso il privato sociale ma la stabilizzazione per tutti i 5300 ASU rimane ancora lontana. Fp Cgil ribadisce che vada approvata per intero la piattaforma presentata al Tavolo della Quinta Commissione ed in tutti gli incontri tenutisi con l’Assessore Scavone, ed in particolare si dovrà stringere l’obiettivo sulla “storicizzazione della spesa”, procedura che è stata autorizzata dal Governo Nazionale per altri precari, e sulla incentivazione della fuoriuscita dal bacino attraverso l’eliminazione del vincolo decennale per il raggiungimento dell’età pensionabile”.
“Esistono le condizioni per procedere alla stabilizzazione di questa platea di lavoratori senza nuovi oneri a carico della Regione e siamo convinti – concludono Agliozzo e Raso – che con una seria interlocuzione con lo Stato sia possibile attingere a nuove risorse. Questa forza lavoro, ormai è insostituibile, deve essere inserita a pieno titolo negli organigrammi degli Enti. Chiediamo sin da subito, conclusi i lavori dei Collegati, che la Giunta si faccia promotrice di una proposta governativa vera e seria per porre fine a questa annosa vertenza che coinvolge e rischia di mettere sulla strada ben 5 mila lavoratori e le loro famiglie. La FP CGIL seguirà costantemente i lavori ed in assenza di risposte, in tempi brevi, attiverà tutte le azioni di mobilitazione a sostegno della vertenza”.
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