Dopo l’impugnativa da parte del Governo dell’articolo 11 della legge regionale, che prevede il transito del lavoratori Asu nella società Resais, le Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil si mobilitano. E tornano a lanciare un appello alle Istituzioni regionali. Questa volta, visto che il primo tentativo di richiesta di incontro urgente indirizzato all’Assessore del Lavoro Scavone è andato a vuoto, le Organizzazioni di categoria, al fine di affrontare la delicata questione, si sono rivolte al presidente della Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, Luca Sammartino.
“Oltre al problema generale della stabilizzazione del personale ASU – sottolineano Agliozzo e Buscemi per la Cgil, Montera ed Emanuele per la Cisl e Borelli per la Uil – incombe l’individuazione di una soluzione in ordine all’utilizzazione diretta dei lavoratori ASU presso i siti e gli uffici dell’Assessorato Beni Culturali e dell’Identità Siciliana La norma impugnata era stata impiantata proprio per provare a “sanare” la posizione occupazionale e giuridica di questi ultimi lavoratori.
Sarebbe dunque da scongiurare qualsiasi ipotesi di rientro dei lavoratori nelle strutture di origine con il conseguente ripristino in utilizzo tramite protocolli d’intesa. Sono oltre 300 le unità ASU interessate che contribuiscono ad assicurare le aperture e la gestione della grande affluenza di pubblico dei siti e delle strutture dei Beni Culturali.
Questo il quadro nel dettaglio: 111 a Palermo, 100 a Messina, 23 a Caltanissetta, 24 a Trapani, 23 a Ragusa, 23 ad Agrigento e 22 a Catania. In assenza di riscontro e di risposte positive da parte della politica – concludono Agliozzo, Buscemi, Montera, Emanuele e Borrelli – avvieremo incisive forme di protesta a tutela e salvaguardia delle legittime rivendicazioni”.
Per questi lavoratori si tratta di una vera e propria beffa. Nella finanziaria regionale, infatti, c’erano due norme riguardanti i percorsi per varie categorie di precari analoghi nei tempi di attesa di una stabilizzazione. Il Consiglio dei ministri ha impugnato la norma che li riguarda senza, invece, toccare il precedente articolo e dando, dunque, il via libera alle altre stabilizzazioni
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