“Rivolgo un forte grido e un forte appello a tutta la Santa Chiesa, a tutte le religioni esistenti nel mondo, mi rivolgo anche ai non credenti e soprattutto a tutte le autorità e a tutte le istituzioni del mondo”.
Queste sono le parole che ha sentito nel suo cuore Fratel Biagio Conte, in occasione della quinta Giornata Mondiale dei Poveri che si terrà domenica 14 novembre.
Fratel Biagio è il fondatore della Missione di Speranza e Carità, che ospita in gratuità circa 500 poveri in nove comunità in Sicilia, attualmente si trova in preghiera, in penitenza e in digiuno a pane e acqua dal 9 luglio 2021 (da ben 127 giorni) in una grotta nei monti in provincia di Palermo.
“Aiutiamo e miglioriamo insieme questo sofferente Pianeta Terra, soccorrendo e aiutando ogni uomo e ogni donna di ogni popolo, soprattutto i più poveri, gli abbandonati della nostra città, i senza tetto, i tanti emarginati delle periferie e delle baraccopoli. E cerchiamo di garantire un vero futuro per i nostri giovani, evitando così di realizzare nuovi disagi e nuove povertà. Altro nostro dovere ed impegno sarà anche proteggere l’ambiente e la natura”.
Prosegue Conte: “Una società che non aiuta produce nuovi poveri; non pensi di migliorare, ma sarà portata a peggiorare. Siamo responsabili e fautori di ingiuste diseguaglianze.
L’essere umano, in questi millenni, possiamo ben dire che ha fatto grandi progressi migliorando il modo di vivere, grazie alle tecnologie e ai mezzi di informazione. Ma stranamente non si sforza e non si impegna ad aiutare i più deboli, i più poveri di questo pianeta terra. Anzi domina e attua sempre più un forte divario, causando una profonda spaccatura e una disuguaglianza nella nostra società fra ricchi e poveri, provocando in modo ingiusto maggiore povertà”.
E ancora: “A che serve essere tecnologicamente avanzati quando indifferentemente ed ingiustamente lasciamo indietro i più deboli; per questo la società attuale non procede bene e naviga male, anzi va sempre più sfaldandosi rischiando così il crollo e nutre e produce tanto malessere diventando sempre più egoistica.
Il nostro orgoglio e la nostra durezza hanno fatto scaturire anche il Covid: tutto quello che sta accadendo deve farci comprendere che nessuno sarà escluso ed esente della giustizia divina. Il Buon Dio ci fa capire che siamo tutti nella stessa barca, ricchi, meno ricchi e poveri. Il Buon Dio in questa vita terrena ha ben collocato i ricchi e i poveri e non ha commesso un errore, perché si possa pensare o dire che poteva fare tutti ricchi, o tutti poveri; ma invece ha ben detto ricchi e poveri insieme”.
“Adesso – aggiunge Fratel Biagio – basta sfruttare i paesi più poveri causando nuove fragilità (profughi, immigrati e senza tetto), ma diamo loro i giusti strumenti affinchè possano vivere una vita dignitosa, assicurando loro un tetto, da mangiare e garantendo anche le cure mediche; così potremo garantire un futuro più dignitoso ai loro figli.
Mettiamo fine all’ingiusta morte di tanti bambini che ancora oggi periscono per fame. Adesso basta fare i propri interessi, affari, commerci e vendere strumenti di guerra, ma impegniamoci come dice il profeta Isaia a convertire le armi in strumenti di lavoro, beneficiando così i paesi poveri”.
Questa è la giusta risposta – conclude Fratel Biagio – aiutiamo il nostro simile, i più poveri; il povero ha bisogno del ricco ma anche il ricco ha bisogno dell’aiuto e della manodopera del povero.
E’chiaro che dobbiamo continuare a vivere migliorando sempre più questa vita terrena, mantenendo tutti insieme l’uguaglianza e aiutando anche i poveri ad integrarsi nella nostra società”.