“Il nostro sistema scolastico continua a non essere in grado di rispondere sia alle esigenze degli studenti con disabilità, costretti a cambiare di anno in anno docente specializzato sia dei docenti specializzati che, da anni ormai, erogano il loro prezioso servizio in un regime di perenne precariato. Apprendiamo infatti dalla stampa che la situazione è particolarmente critica a Palermo, dove il 55% dei 7.611 posti di sostegno è occupato da personale precario”.
Ad affermarlo, ponendo una riflessione critica sul funzionamento del sistema scolastico italiano e in particolare su quanto accade nel territorio palermitano, a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, sono Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani e Vito Cassata segretario generale Cisl Scuola Palermo Trapani.
“Appare evidente e, i dati alla mano lo dicono a chiare lettere, che i posti di diritto destinati ai docenti specializzati sono insufficienti e ciò porta alla precarietà a lungo termine di tanti docenti che in deroga vengono nominati supplenti. La situazione è ancora più grave poiché tale pratica che dovrebbe essere utilizzata in via emergenziale è ormai divenuta una consuetudine, causa la difficoltà a garantire la continuità didattica per tanti studenti con disabilità che ogni anno subiscono il cambio dell’insegnante di sostegno; alunni per i quali invece la continuità didattica non dovrebbe essere lasciata al caso o ad un algoritmo ma dovrebbe essere assicurata in maniera programmata”.
La Piana e Cassata aggiungono, “Il MIM deve rivedere il sistema di definizione dei posti di diritto, deve garantire, in maniera veritiera e rispondente, sia il bisogno degli alunni con disabilità e delle loro famiglie sia la stabilità occupazionale di tanti docenti che pur vivendo sempre nell’incertezza dell’assegnazione e pur essendo costretti a cambiare scuola se non città ogni anno, erogano un servizio professionalmente valido a servizio della comunità. Non si può andare avanti solo con i posti in deroga ma bisogna, a partire dalla reale ricognizione di posti in deroga e di diritto assegnati negli ultimi anni in ogni istituto, fare rientrare nell’organico di diritto il giusto numero di docenti necessari. Solo in questi termini la scuola sarebbe realmente inclusiva e capace di garantire la crescita funzionale non solo degli studenti disabili ma anche di tutta la comunità scolastica” concludono La Piana e Cassata.