Palermo e il suo rapporto con il mare al tempo di un’economia sempre più mondiale ed improntata all’innovazione tecnologica. Di questo ha parlato l’assessore alla Rigenerazione Urbana Maurizio Carta, intervenuto ai microfoni dei giornalisti in occasione dell’evento organizzato da Confartigianato presso la Camera di Commercio di Palermo. Evento a margine del quale l’esponente della Giunta di Roberto Lagalla ha parlato di come immagina il futuro watefront della città, a partire dall’idea di un innovation hub da realizzare presso il porto e da quella di una grande variante urbanistica per dare vigore ai progetti che interessano i quartieri marinari del capoluogo siciliano.
Un’idea di futuro che parte ovviamente dall’aspetto economico, ovvero dall’accoglienza costiera. In poche parole, il porto di Palermo. Centro delle attività marinare che, secondo Maurizio Carta, non deve limitarsi “solo” ad accogliere le navi da crociera. “In una città come Palermo, puntare sul mare non vuol dire concentrarsi solo sui crocieristi. Quest’ultimi rappresentano una componente importante dal punto di vista numerico. Però, il mare è stato e deve tornare ad essere uno dei fattori principali di prosperità. Uno spettro che non comprende quindi solo i crocieristi, ma anche una quota del mercato delle merci. Non tutte chiaramente, perchè alcune non rientrano nel business che coinvolge il porto di Palermo, ma sicuramente il capoluogo siciliano rimane un mercato di consumo importante”.
Spazio, quello del porto di Palermo, fortemente impattante al momento sotto il profilo della viabilità, con numerosi mezzi che accolgono l’arrivo dei crocieristi su via Francesco Crispi, creando così diverse code soprattutto nelle ore di punta. E poi c’è la questione dell’imbarco dei mezzi pesanti. Criticità sulle quali l’esponente della Giunta di Roberto Lagalla ha le idee chiare. Ciò con con un sguardo al futuro. “Incrementare il ruolo del waterfront riducendo l’impatto della logistica è un elemento fondamentale. Ecco perchè stiamo lavorando sul dry port, ovvero un’area di accumulo dei camion che così non invaderebbero più la città. Significa però anche economia del tempo libero ed innovazione. Stiamo immaginando insieme all’Autorità Portuale che gli ex magazzini Tirrenia possano essere un innovation hub per la città. Ma significa anche porti turistici e tutto quello che ne consegue”.
Poi c’è la valorizzazione del patrimonio. Di ciò che si affaccia sulla costa. Edifici da valorizzare e da riutilizzare, magari in una nuova chiave di lettura rispetto al passato. “Immaginiamo che parlare di rapporto con il mare implichi il prendersi cura di beni quali l’ex Chimica Arenella e la Manufatturiera Tabacchi“. Beni sui quali si sta cercando degli investitori per avviare un’operazione di rilancio. Sul primo in particolare si è registrata la visita dell’imprenditore nipponico Kaoru Nakajima, durante la sua visita condotta per il suo compleanno ad inizio novembre. Chissà se si sarà parlato di progetti di rilancio o si è trattato soltanto di un semplice sguardo.
Fatto sta che il waterfront del capoluogo siciliano offre tante sfide per il futuro, come quelle che interessano la Costa Sud. Fra qualche giorno infatti, si tornerà a parlare in Consiglio Comunale di un’opera centrale come il parco a mare dello Sperone. Nelle scorse settimane poi è stato il via libera al progetto per il futuro porticciolo da realizzare alla Bandita. E, ancora prima, è stato dato il via libera agli interventi di bonifica del parco Libero Grassi. Ma ciò non basta. E per dare nuovo lustro ai ventisette chilometri di costa di Palermo servirà ben altro. E qualche soluzione Maurizio Carta inizia a porla all’ordine del giorno. “Nelle direttive generali del piano, abbiamo immaginato che uno dei passaggi chiave sarà una grande variante urbanistica costiera. Quello che sta avvenendo lungo la fascia costiera ci dimostra che questo è il luogo dove serve un disegno che metta a coerenza le varie trasformazioni”.