Una piscina olimpionica nel progetto del futuro porticciolo della Bandita di Palermo. Questo emerge dai rendering inseriti all’interno del documento redatto dal Rup Giovanni Sarta. Forse per l’ispirazione data dal successo della “fontana Marina” al molo trapezoidale. O forse perchè, visti i problemi che hanno interessato il progetto della piscina all’interno dell’ex Pallone di Italia ’90, c’è stata la volontà di risolvere il problema alla radice. Scherzi a parte, almeno a leggere le carte, il progetto è davvero ambizioso.
Si parla di una piscina olimpionica non competitiva da 25×50 metri e di due metri di profondità. Milleduecentocinquanta metri quadri di acqua dolce destinati ad allenamenti agonistici. Accanto, secondo il progetto, dovrebbe sorgere una piscina interamente destinata all’attività dei bambini, con una profondità che varia dai cinquanta centimentri ai due metri di altezza. Agonismo ed attività ludico-ricreative che coesistono insieme a pochi passi dal mare. Sarebbe bellissimo. Ma non tutti i sogni diventano realtà.
Il condizionale è d’obbligo viste le critiche mosse dalla consigliera comunale di “Oso” Giulia Argiroffi. Nel suo discorso pronunciato durante la discussione dell’atto in Consiglio Comunale, l’esponente d’opposizione ha elencato una serie di perplessità sulla fattibilità dell’opera. “Ci è stato detto dal RUP che la piscina verrà data in gestione esterna. Chi la gestirà, che interesse può avere a mettere una guardiania h24 quando può costruire un muro? Non avere previsto una differenza fra il percorso pubblico e le strutture necessiterà una variante in corso d’opera“.
Un impianto che sarà quindi dato, con ogni probabilità, in gestione ad una o più società sportive. Ma quali? Nell’area non sembrano esservene presenti. Nulla però vieta di crearne di nuove, fornendo spazi ed attività alle famiglie della II Circoscrizione. A spiegare quale può essere il futuro dell’impianto è l’assessore alla Rigenerazione Urbana Maurizio Carta. “La piscina è un servizio di rango metropolitano che arricchisce l’approdo di un servizio importante sia per il quartiere che per l’intera città e per l’area metropolitana orientale. Sul suo utilizzo e gestione da parte di società natatorie se ne valuteranno le migliori modalità di individuazione e affidamento“.
Ma il tempo, come si suol dire, è tiranno. I lavori dell’intero progetto (piscina compresa) dovranno essere completati con collaudo annesso entro e non oltre il 30 giugno 2026. Ciò per le scadenze imposte dal regolamento sui fondi del PNRR con cui si sta finanziando l’opera. Questo vuol dire che, volendo rispettare le tempistiche previste, gli interventi dovrebbero partire entro il 30 giugno 2024. Fatto che lascia soltanto sei mesi per completare la progettazione esecutiva dell’opera con la quale si punta ripristinare il rapporto fra Palermo e la sua costa. Un progetto ambizioso e che punta ad espandere molto in avanti l’attuale linea di costa.
Proprio la piscina dovrebbe essere uno dei punti cardine del progetto. All’interno della struttura dovrebbero esserci, oltre all’impianto principale, una guardiola, i servizi igienici, un’area cucina e i relativi locali tecnici. Un impianto di prim’ordine che, insieme a tutte le altre opere attualmente previste, richiederà una spesa complessiva da 12,6 milioni di euro. Ciò stante l’attuale computo metrico disponibile. Sulle cifre del progetto del porticciolo della Bandita si è scatenata una guerra di numeri in Consiglio Comunale. A muoverla è la stessa Giulia Argiroffi, la quale è partita nel suo ragionamento proprio dal caso che ha riguardato il progetto del futuro impianto che dovrebbe sorgere all’interno dell’ex Pallone di Italia ’90 in viale del Fante. Struttura necessaria a fornire una piscina in cui far allenare e giocare le società sportive, fino al completamento dei lavori di ristrutturazione dell’impianto principale, i quali dovrebbero iniziare ad aprile 2024.
“Noi abbiamo dovuto togliere dai fondi dell’avanzo vincolato le risorse destinate all’impianto da realizzare nell’ex Pallone di Italia ’90 – ha sottolineato la Argiroffi in aula -. Sulla carta l’intervento sarebbe dovuto costare circa tre milioni, ma in realtà con le ultime stime la cifra è salita ad 8,4 milioni. Sicuramente parliamo di un importo sovrastimato. Ma mi domando quindi come sia possibile che una piscina prefabbricata non olimpionica in una struttura già esistente costa tanto, mentre un progetto che comprende una piscina olimpionica, più grande e con servizi annessi, con il porto, gli scavi, la diga, la pista ciclabile e tutti gli altri interventi costa 12 milioni di euro“. Domande che dovranno avere una risposta a breve-medio termine, sia sul fronte del futuro della Bandita che di quello delle attività sportive natatorie in città, le quali già da tempo attendono certezze sul proseguimento della propria attività agonistica, già a partire dal 2024.