Oltre undici miliardi di investimenti per collegare la Sicilia alla Calabria, rivoluzionando il ruolo dell’Isola sul fronte europeo ed internazionale, facendola diventare un hub commerciale capace di attrarre investimenti. E’ questa l’idea del viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, intervenuto questa mattina a Palermo nell’ambito del dibattito sulla futura riforma del comparto portuale. Ed è inevitabile, chiaramente, fare delle domande relativamente all’impatto che proprio l’opera voluta fortemente dal ministro Matteo Salvini avrà sugli scali di Messina e Villa San Giovanni.
Ponte sullo Stretto e l’impatto sui porti
“I porti di Messina e Reggio Calabria dovranno specializzarsi su una serie di attività – dichiara il viceministro -. Ad esempio, rimarrà tutto il sistema di traghettamento veloce. Ma non ci sarà più la necessità di un traghettamento dei convogli ferroviari e delle merci sui tir. Mezzi che potranno fare quel tragitto in due minuti e non più in due ore. Questo vuol dire avvicinare la Sicilia al centro dell’Europa, mantenendola al centro del Mediterraneo”. Un cantiere che dovrebbe partire l’anno prossimo, con la posa della prima pietra. Poi verrà la parte difficile, ovvero realizzare un’opera architettonica che rappresenterebbe un balzo in avanti per tutto il territorio nazionale e, perchè no, europeo. “La Sicilia diventerà un importante hub sugli investimenti a livello internazionale – sottolinea Rixi -. Credo che questa sarà la scommessa del futuro”.
“Sicilia futuro hub d’investimenti internazionali”
Gli ostacoli, tuttavia, ci sono. “Parlarne oggi è difficile vista la condizione delle infrastrutture siciliane, su cui noi stiamo cercando di correre ai ripari – riconosce il viceministro – . E’ pure vero che se lasciamo la Sicilia isolata dal continente, è chiaro che questo problema continueremo a trascinarcelo in futuro. Se invece la Sicilia diventerà una terra dove tutti vorranno venire ad investire e produrre, potremmo generare investimenti che potranno mettere al sicuro alcune connessioni che stiamo sviluppando. La rete ferroviaria, fin quando non sarà collegata alla terra ferma, avrà un ruolo secondario rispetto ad una visione internazionale”. E Rixi poi conclude. “Vogliamo che i corridoi europei arrivino in Sicilia e che quest’ultima rappresenti un grand hub portuale nel Mediterraneo, diventando strategica per l’Italia e per il sistema europeo“.
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