- Torna l’idea di costruire il Ponte sullo Stretto
- Sempre più frequenti gli incontri istituzionali
- Oggi Salini a Catania incontra i governatori di Sicilia e Calabria
- Per Di Caro (M5S): “Ponte è arma di distrazione di massa”
“Grazie Ponte sullo Stretto: l’opera possibile e necessaria, per l’Italia e per l’Europa”. Oggi a Catania, promosso dal network “Lettera150”, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, incontreranno l’ingegnere Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild. All’incontro saranno presenti gli assessori alle Infrastrutture delle due Regioni, Marco Falcone e Domenica Catalfamo, che da mesi seguono direttamente il dossier. Alle ore 16 si terrà un punto stampa presso il Palazzo della Regione di Catania.
Il ponte con il Recovery Plan?
La discussione, ora, anche in vista del Recovery Plan, è entrata nel vivo pure sul piano istituzionale, con la commissione ministeriale che si occupa del tema e un intergruppo parlamentare che si muove per sciogliere i nodi. Quali obiettivi? “Semplicemente far partire il cantiere per la realizzazione del ponte entro questa legislatura”, spiega all’Italpress Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva al Senato e membro dell’intergruppo parlamentare. “Il sistema infrastrutturale – aggiunge – sarà davvero utile al Paese solo quando Sicilia e Calabria diverranno la piattaforma logistica europea nel Mediterraneo e questo non potrà avvenire senza il Ponte che ad oggi è il solo progetto cantierabile in qualche mese. Italia Viva chiede di attuare le strategie di sviluppo concordate e condivise dall’Europa col nostro Paese da anni”.
Il progetto esiste già
Nelle fasi di preparazione del progetto del ponte, poi approvato, per verificare la fattibilità dell’opera sono stati avviati studi geologici e campagne d’indagine geognostica. L’attenzione da sempre riservata a questo braccio di mare, negli anni, ha reso lo Stretto una delle aree più studiate. “Del ponte sullo Stretto si discute dal 1990”, afferma Alessandro Pagano, vice capogruppo della Lega alla Camera. “Trent’anni di scuse – spiega all’Italpress – per non fare nulla e tirare a campare”. Pagano si sofferma sul “valore strategico di quest’opera, perchè – spiega – solo chi è in malafede può negare l’evidenza del rapporto costo-beneficio in termini di efficienza, efficacia ed economicità”.
Di Caro (M5S): “Ponte, arma di distrazione di massa”
Non mancano le reazioni politiche. Giovanni Di Caro, capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars dice: “Ormai è un classico, quando Musumeci è in grandissima difficoltà, e ormai lo è da tantissimo tempo, tira fuori dal cilindro il progetto del ponte sullo Stretto per buttare fumo negli occhi dei siciliani. Qualcuno gli faccia notare che per coprire le sue enormi inefficienze e i suoi macroscopici fallimenti non basterebbe il ponte di Tianjin in Cina, uno dei più lunghi del mondo”.
E continua: “Non voglio nemmeno entrare nel merito dell’utilità, o meno, del ponte. Quello che vorrei sottolineare sono le manovre di basso cabotaggio di un presidente della Regione, ormai alla frutta, senza più risorse e maggioranza che cerca di recuperare briciole di credibilità con inopportuni espedienti che ormai non ingannano più nessuno, tirando in ballo una grande opera, quando non è stato nemmeno capace di realizzare gli impianti di trattamento dei rifiuti, di far decollare le vaccinazioni o di mandare in porto almeno una finanziaria decente che desse una boccata d’ossigeno ai siciliani al collasso”.
Di Caro conclude: “Visto che Musumeci ama dilettarsi con questi inopportuni e patetici diversivi si ricordi che siamo in piena pandemia, che i contagi sono al galoppo, gli ospedali allo stremo, le vaccinazioni quasi al palo, e che siamo in gran parte zona rossa, mentre gli altri aprono: lasci la delega alla Salute e nomini subito il nuovo assessore. Non può permettersi di giocare con la salute dei siciliani”.
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