Passato il giorno del voto finale al Dl Ponte. L’Aula di Montecitorio ha dato il via libera verificando anche i 59 ordini del giorno presentati. Il voto finale sul decreto adesso spetterà al Senato

Ieri la Camera ha approvato la fiducia posta dal governo al decreto che definisce l’assetto della società Stretto di Messina Spa e che riavvia le attività di programmazione e progettazione. I sì sono stati 206, i no 124, gli astenuti 5.

dopo il passaggio fondamentale del voto finale l’ultimo step è il Senato poi il percorso del Ponte sullo Stretto diventa reale. Il testo, però, dovrà arrivare in Gazzetta e divenire legge dello stato

Esulta la Lega siciliana

“Siamo fiduciosi per l’ulteriore passo avanti compiuto per questa imponente opera, e per tutte le opere di mobilità interna, su cui ci sono attenzione, impegno e concretezza da parte del governo e del vicepremier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, il ministro che serviva alla Sicilia e alle sue infrastrutture. Quando ho interrogato la Commissione europea, mi è stato risposto che l’opera era finanziabile con fondi europei, ma che nessun governo italiano aveva mai avanzato una richiesta o un progetto. Dopo anni di partiti del no, con la Lega al governo, si è al lavoro per lo sviluppo e per il futuro dei cittadini. Dalle parole ai fatti: la Lega è ancora una volta sinonimo di politica del fare, per il territorio e per i cittadini”.

Il sottosegretario Siracusano su twitter

“La Camera approva il dl Ponte sullo Stretto. Bene così. Adesso il testo passa a Palazzo Madama, e dopo l’ok del Senato ci sarà una decisa accelerazione. Progetto aggiornato e cronoprogramma dei lavori. Obiettivo: avere al più presto un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria” scrive su Twitter Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.

Centomila posti di lavoro

“Non posso che esprimere grande soddisfazione. Il Ponte di Messina è fondamentale e strategico, collegherà la Sicilia con il resto dell’Europa. Andiamo spediti verso i lavori nel 2024”. Così il sottosegretario Alessandro Morelli commenta il via libera, con 182 voti favorevoli e 83 contrari, al Ponte sullo Stretto. “Un’opera importante – prosegue – che creerà 100 mila posti di lavoro e permetterà a 5 milioni di abitanti siciliani di avvicinarsi in maniera reale al resto del continente, dando all’Europa la piattaforma logistica naturale migliore verso Suez e l’Africa”. “Siamo stati gli unici ad aver creduto davvero in quest’opera mentre i suoi più acerrimi avversari, sono gli stessi che si spacciano per i paladini del sud. Il percorso è avviato, un’altra promessa e’ stata mantenuta”, conclude Morelli.

Si chiami “Ponte Tricolore”

“Il Ponte sullo Stretto si chiami Ponte Tricolore e diventi simbolo dell’unità del Paese”. Cosi Saverio Romano, Noi Moderati, nel suo intervento alla Camera dei deputati che ha approvato la fiducia posta dal governo.

“Ribadiamo ancora una volontà il nostro pieno sostegno ad un’opera che restituirà pari opportunità di sviluppo al Mezzogiorno. Per questo voteremo sì al provvedimento di conversione in legge. E siamo consapevoli che stavolta ci siano tutte le condizioni e i presupposti per farcela. C’è la volontà politica necessaria e non è un caso che del Ponte si parli con atti e provvedimenti concreti tutte le volte che il centrodestra ha avuto responsabilità di governo”.

Romano prosegue: “Con il centrosinistra a Palazzo Chigi l’opera e il suo iter si sono fermati. È la dura realtà dei fatti. Si tratta di un’opera che non riguarda solo la Sicilia e la Calabria ma tutto il Paese ed è per questo che andrebbe denominato Ponte Tricolore. Può infatti diventare una infrastruttura che simboleggia l’unità e la coesione di un Paese che vuole andare avanti senza lasciare nessuno indietro. Sarebbe un vero atto di giustizia nei confronti di territori penalizzati per decenni. Perché molti lo dimenticano ma abbiamo due un’Italia a due velocità e alla infrastrutturazione avanzata del Nord hanno contribuito uomini e donne del Sud”.

“Ponte tricolore diventi occasione di riscatto”

Conclude: “Il Ponte tricolore diventi una occasione di riscatto, un’opportunità vera, un modello di crescita e di sviluppo e una testimonianza per quanti hanno dato la vita per una speranza di futuro, contro le mafie che il Ponte non lo hanno mai voluto e continuano a non volerlo”.

Mostro giuridico

“Nascosti dietro il sempre affascinante mito del progetto faraonico del ponte più lungo del mondo, si è arrivati alla fiducia su un decreto che serve solo a chiudere la vicenda giudiziaria tra Stato, società Stretto di Messina e vincitore dell’appalto del 2012 che con questo decreto si dovrebbe sanare, con costi ingenti per lo Stato e creando un vero e proprio – questo, sì – mostro giuridico, per riuscire a evitare una nuova gara e accontentare i ricorrenti. Il progetto del ponte è nello sfondo ed è solo fuffa e propaganda salviniana; quindi, noi ci distraiamo parlando del ponte, del progetto del ponte, della tecnica ingegneristica, dei nuovi materiali, della sua snellezza e lunghezza, sapendo che rimarrà solo puro esercizio di stile. Una volta raggiunto lo scopo di chiudere il contenzioso – con ulteriori costi per lo Stato italiano, lo ripeto – succederà la stessa cosa del TAV: l’ennesima opera incompiuta, l’ennesima prima, seconda pietra del ponte. È chiaro a tutti che se non ci sono finanziamenti certi – e, come sembra, non ci sono – la probabilità che non venga realizzato è molto alta. Voi direte: beh, voi che siete contrari, sarete contenti. No, non siamo contenti, perché il problema è proprio questo: impegnare risorse su un progetto che non si farà mai; allo stesso tempo, il solo riapprovarlo sulla carta creerà tutta una serie di vincoli che ha l’unico reale risultato di bloccare lo sviluppo delle aree su cui questo progetto insiste, in particolare il territorio di Villa San Giovanni e il territorio di Messina” attacca  intervenendo in aula Antonino Iaria, capogruppo M5s in commissione Trasporti.

Mille incertezze

“Per l’ennesima volta in questa legislatura il governo utilizza lo strumento della decretazione d’urgenza. Andiamo avanti ormai esclusivamente con il binomio incessante decreto legge e fiducia ogni settimana. Nel caso di specie addirittura i presupposti della necessità e urgenza vengono utilizzati per un progetto di opera pubblica senza coperture, tra mille incertezze che non si sa se mai vedrà il concreto inizio dei lavori. Mille incertezze e mille perplessità, a partire dal fatto che viene previsto un’opera che non ha riscontri empirici che non ha riscontri fisici che non ha riscontri in natura” ha sostenuto in aula alla Camera, il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti e segretario regionale Pd in Sicilia.

“Il governo Meloni – ha proseguito – propone infatti un ponte ad una campata con una luce di circa 3.200 metri pari quasi al doppio del ponte più lungo ad oggi esistente al mondo. Tutti gli studi fatti dai governi precedenti, dimostrano che con le folate di vento si è costretti a chiudere anche il traffico. Non hanno ricevuto risposta le nostre domande a proposito della vulnerabilità sismica e della idoneità statica, sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti. Il ministro Salvini ha avuto il coraggio di dire nei mesi scorsi a Taormina che quest’opera cito testualmente ‘sarebbe l’opera più green del mondo’. Altro che opera più green. Inopinatamente l’articolo 3, comma 6, del testo in esame che prevede che la valutazione di impatto ambientale debba essere concentrata solo sugli elementi di novità del progetto. La valutazione di impatto ambientale va effettuata su tutti i contenuti del progetto definitivo integrato”. “L’interesse pubblico – ha concluso Barbagallo – avrebbe imposto di contenere i costi e realizzare un’opera sicura che tuteli l’ambiente e il paesaggio con un procedimento trasparente. Ed invece il vostro emendamento sul doppio adeguamento dei prezzi e delle voci di prezzo, tutela tutto tranne l’interesse pubblico”.

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